Se ne riparla in aula il venti maggio, altri due mesi. L’ennesima goccia nello stillicidio di Julian Assange è stata erogata ieri dal duo Sharp/Johnson, i giudici dell’Alta corte di Londra che hanno in mano il destino del fondatore di Wikileaks nella fase epilogale di questo suo calvario giudiziario. IN UNA SENTENZA abbastanza acrobatica, i due hanno respinto cinque delle nove argomentazioni su cui poggia la richiesta dei legali di Assange per un nuovo appello contro l’estradizione del loro assistito decisa nel 2022 dall’allora ministra dell’Interno Patel e poi ribadita l’anno scorso sempre dall’Alta corte, ammattendone come legittime solo tre:...