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Assalto dei turisti, la mossa di Barcellona

Assalto dei turisti, la mossa di BarcellonaBarcellona, manifestazione contro l’overtourism – Ap

Spagna Dal 2028 non saranno rinnovate le licenze dei diecimila appartamenti-vacanza della città. Ma per il sindacato inquilini non basta. Il sindaco socialista Collboni sotto accusa per aver permesso alle auto della Formula 1 per la prima volta di sgommare in pieno centro

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 23 giugno 2024

Per un momento, ieri, il successore di Ada Colau, il sindaco socialista di Barcellona Jaume Collboni, ha finalmente mostrato di voler imprimere una direzione politica al suo finora vacuo mandato. Dal 2028 – ha informato il primo cittadino – scompariranno i diecimila appartamenti turistici che attualmente operano nella città, che rappresentano circa l’1.25% del totale degli appartamenti. Un segnale che la città vuole mettersi seriamente a combattere l’assedio del turismo di massa che la sta soffocando.

L’idea è che il comune non rinnoverà le licenze che scadranno proprio quell’anno, in virtù di una legge approvata nel 2023 dalla Generalitat di Catalunya, il governo regionale. La mossa è molto abile giuridicamente: anziché redigere una nuova normativa per gli alloggiamenti turistici, il debole esecutivo municipale (che conta solo su 10 consiglieri su 41) lascerà che scadano le licenze senza intervenire. La legge regionale, infatti, prevede che a cinque anni dall’entrata in vigore della norma scadano le licenze accordate per questo tipo di appartamenti che, anteriormente, avevano invece una durata permanente. Così se Collboni non approva alcuna norma, sarà impossibile ricorrere ai tribunali per bloccarla.

Durante gli otto anni di mandato di Colau, durante i quali non è stata concessa nessuna nuova licenza (bloccate dal 2014), il comune aveva approvato un regolamento che permetteva l’apertura di nuovi hotel solo in periferia, norma contro la quale erano piovuti decine di ricorsi (e di polemiche). In questo caso, l’unica breccia per evitare la chiusura di questi appartamenti legalmente dedicati al turismo – il numero di appartamenti affittati illegalmente è indeterminato – è che il tribunale costituzionale accetti un ricorso del Partito popolare contro la norma approvata dal Parlamento catalano, o che il successore di Collboni, nel 2027, cambi idea.

Anche se la lobby dei proprietari di questo tipo di alloggiamenti, Apartur, è sul piede di guerra, il sindacato degli inquilini invece parla di bufala mediatica. «L’attuale crisi della casa a Barcellona», ricordano, si basa «sulla mancanza di regolamentazione degli affitti temporanei», e non sugli appartamenti con uso turistico. «Gli affitti temporanei sono la via per ovviare alla limitazione sugli affitti» approvata dal governo centrale l’anno scorso, scrive il sindacato inquilini, che ricorda: sono stati proprio il partito socialista e Junts, i due partiti che attualmente si disputano la presidenza della Generalitat, a far saltare il decreto che il governo regionale uscente di Esquerra repubblicana aveva approvato proprio per regolare questo tipo di affitti. Il parlamento catalano ancora non ha scelto il nuovo esecutivo dopo le elezioni tenute il mese scorso.

Gli inquilini accusano anche la giunta attuale di non implementare i controlli per gli appartamenti utilizzati illegalmente per il turismo. L’amministrazione precedente aveva implementato un piano choc contro le offerte illegali analizzando 70 mila annunci, arrivando a ordinare la chiusura di quasi 10 mila appartamenti. Secondo fonti municipali citate da El País, a gennaio di quest’anno in totale «sono stati recuperati per uso residenziale abituale 3.473 appartamenti».

Secondo il sindacato degli inquilini, la mossa di Collboni è una cortina di fumo per nascondere la volontà di modificare la misura più controversa approvata dalla giunta Colau nel 2018: chi costruisce nuovi appartamenti ne deve dedicare il 30% a edilizia popolare – in una regione dove l’edilizia popolare rappresenta solo il 2% (in Spagna la percentuale è del 2.5%, con una media europea del 9.3%; l’Italia è al 3.7%).

Collboni è stato durante la maggior parte degli anni in cui Colau era sindaca il suo numero due, ed è diventato sindaco l’anno scorso grazie ai voti del partito dei Comuns, che i socialisti hanno superato solo per 200 voti ma che Collboni non ha mai voluto in giunta.

Persino Apartur critica Collboni per la sua passività sul piano edilizio: «Ha bisogno di gesticolare politicamente perché non ha fatto nulla di sostanziale in materia di edilizia, e gli appartamenti continuano ad aumentare di prezzo», dicono.

Tutto questo nella stessa settimana in cui la giunta socialista ha permesso alle auto della Formula 1 per la prima volta di sgommare e sgasare in pieno centro città. Uno schiaffo alle politiche ecologiste che il sindaco, arrampicandosi sugli specchi, ha difeso per «vendere la marca Barcellona». Cioè per attrarre ancora più turisti.

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