Il comune turistico di Tossa contro i richiedenti asilo
Il caso Duecento migranti trasferiti nella località costiera. Il sindaco non li vuole. Monta un'ondata xenofoba
Il caso Duecento migranti trasferiti nella località costiera. Il sindaco non li vuole. Monta un'ondata xenofoba
Sono arrivati ieri gli ultimi 100 richiedenti asilo nel piccolo municipio di Tossa di Mare, una ridente (e bella) località turistica sulla Costa Brava catalana, circa 6.200 abitanti. Un totale di 200 migranti che saranno accolti per qualche settimana in attesa che il governo decida se accettare o meno le loro richieste di protezione.
La notizia, però, ha generato una grossa polemica di stampo xenofobo. Secondo il sindaco Martí Pujals di Junts, il partito di Puigdemont che ora sta mettendo i bastoni fra le ruote a Pedro Sánchez per essere stato escluso dal governo catalano del socialista Illa, l’arrivo di queste persone potrebbe danneggiare il turismo. Il comune ospita solo in settembre più di 15mila turisti e dispone di 24mila posti letto in totale. Per il primo cittadino, però, ci sono state ben sei cancellazioni nelle riserve turistiche.
I migranti sono uomini e donne provenienti da Mali (paese in guerra), Niger e Nigeria. Verranno alloggiati in un albergo che era vuoto. Tutto pagato dallo stato, non un euro delle casse municipali. Nessuna di queste persone arriva direttamente dalle isole Canarie, dove è in corso una piccola crisi migratoria (con lo sbarco di più di 25 mila persone, delle 35 mila totali arrivate quest’anno in Spagna) legata al rifiuto delle comunità autonome di ricevere una parte dei minori stranieri non accompagnati. A Tossa vengono invece ospitate persone già arrivate da tempo.
Per contestualizzare, la Spagna nel 2023 aveva ricevuto 163 mila richieste di asilo, delle quali ne sono state accettate solo il 12%. Quest’anno, fino al 30 giugno ne ha ricevute circa 88 mila.
Secondo il sindaco di Tossa, che si unisce alla crescente xenofobia fomentata dalla destra, chi non vede che il problema che «influisce negativamente sul turismo» sono solo i «chupi guay», che si potrebbe tradurre come «fighetti». «Sarebbe stato meglio a novembre», ha sentenziato.
Il governo catalano, per bocca della sua portavoce socialista Silvia Paneque, dice che ci vuole «una risposta umana e adeguata». Mentre il Pp parla di «sproposito del governo» e Vox chiede la «deportazione immediata» dei 200. Vox era stato anche l’unico partito che si era opposto ad aprile alla presa in considerazione da parte del Congresso della proposta di legge popolare (700 mila firme e 800 ong) per la regolarizzazione di mezzo milione di migranti. Il termine per la presentazione di emendamenti è stato di nuovo posticipato fino alla settimana prossima da Pp e Psoe, il che allunga i tempi di approvazione.
In proposito, la vicepresidente del governo, Yolanda Díaz di Sumar, ha scritto su X che «la destra continua con i suoi proclami razzisti. Non possiamo cedere. È necessario regolarizzare più di mezzo milione di lavoratori e lavoratrici senza diritti». Aggiungendo che «già lo ha fatto Zapatero. Dobbiamo rifarlo».
Intanto continuano ad arrivare migranti. Ora anche alle Baleari, che in genere non sono una meta. Nelle ultime ore 380 persone.
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