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Pp e Vox contro Sánchez in Africa: «Pomuove l’invasione del paese»

Pp e Vox contro Sánchez in Africa: «Pomuove l’invasione del paese»Il presidente del Gambia Adama Barrow e Pedro Sánchez foto Ap

Spagna Obiettivo del governo è fare del Sahel e dell’area occidentale dei partner privilegiati

Pubblicato circa un mese faEdizione del 29 agosto 2024

Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, schivando gli enormi problemi di stabilità che deve affrontare con l’inizio della nuova stagione politica, ha intrapreso un viaggio africano. L’obiettivo è affrontare la spinosa questione della migrazione cercando di negoziare con tre paesi chiave per la gestione del flusso di persone che arrivano alle isole Canarie: la Mauritania, il Senegal e il piccolo Gambia. Basta aprire una cartina geografica per capire perché: è da lì che partono le imbarcazioni che affrontano la rotta più pericolosa per raggiungere l’Europa una volta che le rotte verso l’Italia e la Grecia sono state bloccate da accordi con Turchia e Tunisia, molto criticati dalle ong.

Mentre l’Italia ha diminuito di più del 60% gli arrivi quest’anno, fino a circa 37 mila, la Spagna li ha praticamente raddoppiati: al 15 agosto erano arrivati sulle coste spagnole circa 31 mila persone, il doppio dell’anno scorso. Numeri piccoli in realtà, ma che la destra di Pp e Vox non smette di chiamare «crisi». Tra l’altro, molti meno di quelli che lo stesso Banco de España indica come necessari a sostenere l’economia: secondo gli economisti, ci vorrebbe un flusso di circa 200 mila persone all’anno fino al 2050. Il problema è che ora le isole si trovano ad affrontare da sole un flusso più intenso dell’abituale, con un numero molto alto di minori che il governo sta cercando di ripartire fra altre comunità (ma il Pp e Vox si stanno mettendo di traverso).

Il flusso della migrazione non si ferma: se si chiude una porta, se ne apre un’altra. Il Marocco, con cui la Spagna ha da tempo una «collaborazione» a questo scopo (come conseguenza del quale, ora il paese iberico riconosce il diritto di Rabat sul Sahara occidentale), dissuade con metodi ferrei i migranti (dalle sue coste gli arrivi sono diminuiti del 30%). La Mauritania non lo fa. Anche perché a sua volta il paese sta affrontando una forte pressione alle frontiere a causa della sanguinosa guerra che affligge il suo vicino orientale, il Mali, dal 2012: nel 2023 erano già più di 110 mila i rifugiati scappati dalle bombe e dalla crisi alimentare.

Non a caso infatti la percentuale di maliani che salgono a bordo di instabili imbarcazioni che arrivano alle Canarie è cresciuto stabilmente, fino a costituire la principale nazionalità che arriva in Spagna in maniera irregolare ed è la prima volta che accade. Per Sánchez è già la seconda volta in Mauritania quest’anno: andò a Nuakchot con la presidente europea Ursula von der Layen in febbraio promettendo 510 milioni di euro di aiuti. Per il controllo delle frontiere, ma anche per altri progetti di sviluppo.

Stavolta ha rafforzato la scommessa, con l’idea dell’immigrazione circolare: promuovere la contrattualizzazione di migranti per alcuni mesi con l’idea che poi ritornino a casa. Ma con questa formula (già attiva con altri paesi) la Spagna negli ultimi anni ha fatto arrivare solo 20 mila persone. In più la Spagna ha imposto il visto per i viaggiatori provenienti dalla Mauritania che facciano scalo a Madrid: l’idea è evitare che durante la permanenza a Barajas chiedano asilo politico alla Spagna. Neanche per il Senegal (dove arriverà oggi) è la prima volta di Sánchez, ma a Dakar però ora siede un nuovo presidente, eletto poche settimane fa. Il ministro degli esteri spagnolo già aveva promesso al governo senegalese 180 milioni di euro a giugno per fermare l’emigrazione attraverso il lavoro e l’educazione.

Invece per il Gambia (dov’era ieri) è la prima visita ufficiale di un governo spagnolo: molti dei passaporti di questo paese in Spagna risultano essere falsi. Anche a Banjul, capitale del paese, Sánchez ha firmato un convegno di migrazione circolare, promettendo di facilitare le contrattazioni temporanee. L’obiettivo di Sánchez è fare del Sahel e dell’Africa Occidentale punto focale della politica estera, trasformandoli in partner privilegiati.

Intanto Pp e Vox si stracciano le vesti accusando il governo di fomentare l’effetto chiamata per aver promesso 200 mila contratti (non è vero). «Invece di andare in Africa a combattere le mafie, ha promosso la Spagna come destino», grida il presidente popolare Alberto Núñez Feijóo. Il suo socio, Santiago Abascal (Vox) parla di «promozione di un’invasione» e ancora: gli spagnoli «dovranno iniziare a difendersi da soli». La realtà è che, oltre all’effimero progetto di migrazione circolare, anche verso la Spagna non esistono vie legali per poter migrare.

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