Internazionale

Armi per Kiev allo sbaraglio. L’allarme del Pentagono

Armi per Kiev allo sbaraglio. L’allarme del Pentagono

Il limite ignoto Il rapporto: sorveglianza inadeguata. «Un’ondata di armamenti pesanti inonderà il mercato internazionale»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 20 settembre 2023

Il Pentagono è preoccupato della sorte delle armi statunitensi in Ucraina. In un rapporto pubblicato la settimana scorsa, infatti, la Difesa Usa ha lanciato l’allarme sull’insicurezza che aleggia intorno alle massicce forniture belliche che Washington sta facendo approdare nell’Est dell’Europa. I funzionari ritengono che tali armi rischiano di essere rubate o di «andare perdute» perché le misure di sicurezza non vengono osservate in modo efficace e indicano un sito logistico di stoccaggio in Polonia come il luogo più a rischio. Non è la prima volta che i governi occidentali si interrogano sui rischi che corrono i flussi torrenziali di armamenti indirizzati all’esercito di Kiev, ma il rapporto in questione non è un proclama estemporaneo, bensì il frutto di 6 mesi di indagini e valutazioni da parte degli ispettori del dipartimento della Difesa.

SE CONSIDERIAMO che gli Usa hanno fornito all’Ucraina ben 45 miliardi di dollari di aiuti, dei quali quasi il 75% in armamenti, è comprensibile che sia proprio il Pentagono a chiedersi se le migliaia di pezzi inviati oltreoceano siano usati “a proposito” oppure no. La scorsa estate il direttore dell’Interpol, Jürgen Stock, aveva dichiarato in un’intervista al Guardian che «le armi inviate in Ucraina dopo l’invasione russa di febbraio finiranno nell’economia sommersa globale e nelle mani dei criminali». Stock aveva inoltre aggiunto: «Una volta terminato il conflitto, un’ondata di armi da fuoco e armi pesanti inonderà il mercato internazionale, così com’è accaduto in molti altri scenari di guerra». Il punto è che questo primo rapporto americano evidenzia falle molto meno complesse, ma comunque pericolose.

Incuria, scarsa organizzazione, mancanza di coordinamento tra le forze hanno portato nei mesi il fior fiore degli armamenti destinati al fronte ucraino a giacere in luoghi senza una sorveglianza adeguata o, addirittura, senza sorveglianza tout court. Nel rapporto si citano diversi esempi ma due sono abbastanza eclatanti: quello dei mezzi corazzati Bradley e quello del furto di munizioni da un treno. I Bradley sono veicoli dotati delle più sofisticate tecnologie e dal costo superiore ai 4 milioni di dollari l’uno. In una località polacca dal nome non esplicitato, i Bradley sono stati abbandonati alla vigilanza di due semplici poliziotti di ronda, senza sentinelle e senza militari addestrati ad hoc. Come se non bastasse all’interno dei mezzi si trovavano delle mitragliatrici d’assalto che avrebbero benissimo potuto spianare la strada a eventuali malintenzionati. Il secondo caso riguarda il furto di diverse casse di munizioni nel mese di giugno, avvenuto senza che la scorta armata se ne accorgesse.

PER QUESTO motivo ora a Kiev si trova un attache dell’ambasciata Usa che ha il compito specifico di controllare i flussi delle armi inviate da Washington. Inoltre, dal Pentagono fanno sapere che nei prossimi mesi si renderà pubblica una nuova relazione, che stavolta riguarderà il contesto all’interno dell’Ucraina.

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