Armi italiane in Myanmar, caccia alle triangolazioni
Il governo italiano conferma gli esiti dell’inchiesta del "manifesto" sulla Cheddite di Livorno, dalla pista turca al milione e mezzo di cartucce per uso venatorio dirottate dalla Birmania alla Thailandia. Golpe e repressione, il 17 luglio manifestazione della Comunità birmana a Venezia. E il governo ombra di Aung San Suu Kyi chiede alle nazioni di tutto il mondo di riconoscere l’esecutivo di unità nazionale che si oppone alla giunta
Il governo italiano conferma gli esiti dell’inchiesta del "manifesto" sulla Cheddite di Livorno, dalla pista turca al milione e mezzo di cartucce per uso venatorio dirottate dalla Birmania alla Thailandia. Golpe e repressione, il 17 luglio manifestazione della Comunità birmana a Venezia. E il governo ombra di Aung San Suu Kyi chiede alle nazioni di tutto il mondo di riconoscere l’esecutivo di unità nazionale che si oppone alla giunta
Il governo italiano è entrato nel merito dell’inchiesta (ndr in fondo all’articolo i link ai quattro capitoli dell’inchiesta*) de il manifesto sulle pallottole a marchio Cheddite fotografate dai media locali nel marzo scorso nei diversi luoghi del Myanmar teatri di scontro tra la popolazione civile e i militari golpisti birmani. Lo ha fatto confermandone gli esiti e rispondendo alle interrogazioni parlamentari che ne erano scaturite cui si erano aggiunti i quesiti posti all’esecutivo dalla società civile (Rete pace e disarmo, Opal, Amnesty International-talia, Italia-Birmania Insieme e Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo).
LA PRIMA CONFERMA riguarda la pista turca, ovvero la possibile triangolazione via Turchia attraverso la Yavasçalar (Yaf), parte del colosso anatolico del settore difesa Zsr Patlayici Sanayi AS. Ebbene, su questo «il ministero dell’Interno ha verificato che risultano due istanze di esportazione della ditta Cheddite Italy srl, per forniture verso la ditta turca in questione, la prima in data 26 febbraio 2020 e la seconda del gennaio 2021», con tanto di appositi nulla osta ministeriali. Ciò che ovviamente il nostro esecutivo non è stato in grado di accertare è se quei prodotti dello stabilimento livornese, «esportati regolarmente, sarebbero poi stati riesportati dai Paesi destinatari verso il Myanmar».
Anche se sono certi dei pregressi contatti avuti direttamente con i birmani: «Il Viminale ha comunicato che da parte della Cheddite Italy srl, risulta una richiesta di esportazione verso il Myanmar, datata 18 settembre 2018, relativa a una fornitura di 600.000 cartucce per armi ad anima liscia calibro 12 per uso venatorio/sportivo, da destinare a Myanmar Shooting Sports Federation – International Shooting Range». Domanda poi annullata dallo stesso stabilimento livornese «per motivi commerciali, con una nota del 17 ottobre 2018».
SU QUESTO, L’ESECUTIVO ci tiene comunque a precisare che «tale istanza non avrebbe potuto trovare accoglimento alla luce di valutazioni negative già espresse in precedenza», come anche che «non risultano essere mai state rilasciate autorizzazioni all’esportazione di armi per uso civile e/o di munizioni verso il Myanmar in favore di alcun utente».
Pochi mesi dopo tale annullamento verso il Myanmar, da Livorno arrivano però «due richieste di esportazione della Cheddite Italy srl verso la Thailandia (…) l’11 maggio 2018» per ben «un milione» di cartucce dello stesso identico tipo e «il 16 aprile 2020» per altre «500.000». Il destinatario non è indicato, ma l’ottenimento degli appositi nulla osta ministeriali all’operazione sì.
Nella risposta del governo italiano si legge infine che, dopo le inchieste de il manifesto, la questura di Livorno aveva fatto visita alla Cheddite senza evidenziare «alcuna irregolarità». Del resto le cartucce a loro marchio, come già avvenuto in passato per la guerra in Siria, sarebbero arrivate in Myanmar via Turchia. In barba all’embargo dell’Ue in vigore dagli anni Novanta ma legalmente per l’Italia.
L’ITALIA DUNQUE torna al centro del dossier birmano e così il buco nero legislativo che alla fine può consentire la circolazione di «munizioni per la caccia» che dagli animali si spostano sull’uomo. Ma anche il golpe birmano di febbraio tornerà sabato al centro della cronaca italiana con una manifestazione organizzata dalla Comunità birmana a Venezia il 17 luglio in piazza Giacomo dall’Orio e che si terrà lungo il weekend in diverse città del mondo, da Tokyo a New York, a Londra.
Il governo ombra di Aung San Suu Kyi rilancia: chiede alle nazioni di tutto il mondo che l’esecutivo di unità nazionale che si oppone alla giunta venga riconosciuto. In un Paese dove si contano ormai oltre 900 morti e 5mila detenuti politici dal febbraio scorso.
* L’inchiesta de il manifesto, clicca per rileggere gli articoli: +
1- Pallottole e hardware italiani nell’arsenale della giunta birmana
2- Viaggi e training dei militari birmani in Italia
3 – L’Iihl cade dalle nuvole: «Mai fatto corsi ai militari birmani»
4 – Spunta la pista turca per le pallottole italiane in Myanmar
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