Si ferma, per poco, l’iter per la riforma giudiziaria e già ne parte un altro per realizzare il progetto più desiderato dal ministro israeliano della Sicurezza nazionale, il suprematista Itamar Ben Gvir. Domenica il ministro chiederà al governo di approvare la costituzione di una Guardia nazionale forte di 2.000 membri che risponderà direttamente a lui. Si tratta in sostanza della milizia personale di Ben Gvir, leader del partito Otzma Yehudit e discepolo del rabbino razzista Meir Kahane, che il premier Netanyahu ha promesso lunedì scorso allo scopo di puntellare la maggioranza di estrema destra religiosa che rischiava di andare in frantumi dopo la sospensione della riforma della giustizia. La Guardia nazionale, spiega Ben Gvir, avrà il compito di affrontare il «crimine nazionalista», il «terrorismo» e di «ripristinare il governo dove necessario». In poche parole, avrà come compito primario quello di sorvegliare gli arabo israeliani, i palestinesi cittadini di Israele che Ben Gvir considera un «nemico interno».

È opinione diffusa che bersaglio principale del ministro Ben Gvir siano i palestinesi nei Territori occupati e che la sua ascesa al potere sia avvenuta grazie ai voti dei coloni israeliani in Cisgiordania. Invece il consenso a Ben Gvir, seppur garantito anche dai coloni, proviene dagli israeliani ebrei delle periferie urbane, delle aree marginali di Israele, dalle cittadine sperdute del Neghev e da religiosi ultraortodossi convertiti al nazionalismo. Porzioni di popolazione ebraica che hanno abbracciato l’estremismo di Ben Gvir perché si percepiscono minacciate dalla crescita demografica araba e dai progressi che gli arabo israeliani hanno fatto nelle professioni, nell’istruzione e più in generale nella società malgrado le politiche sfavorevoli dello Stato.

«Temo non poco le conseguenze della nascita di questa milizia, perché Ben Gvir non ha mai nascosto di vedere nei cittadini palestinesi un male da debellare, anche con la forza. Due anni fa è stato molto chiaro su questo punto», dice al manifesto la giornalista Lubna Masarweh riferendosi alle dichiarazioni fatte da Ben Gvir durante le violenze dell’aprile-maggio 2021 tra ebrei e arabi innescate dalla minaccia di espulsione per 28 famiglie palestinesi di Sheikh Jarrah (Gerusalemme Est). In quei giorni, in particolare a Lod, Ramle, Haifa e altre città miste, gli scontri tra ebrei e arabi causarono alcuni morti e decine di feriti. Per la destra fu una «insurrezione araba contro lo Stato» e Ben Gvir, che faceva la spola tra Lod e Sheikh Jarrah, affermò che l’accaduto imponeva l’adozione di misure drastiche per porre fine alla «illegalità» in Galilea, nel Negev – dove le comunità beduine si oppongono allo sfollamento – e nel resto di Israele. Se il progetto, come è probabile, sarà approvato dal governo, Ben Gvir istituirà un comitato composto da rappresentanti dell’ufficio del primo ministro, della polizia e di vari ministeri per formalizzare le competenze, le aree operative della Guardia nazionale e la sua composizione.

Proprio ieri i palestinesi in Israele – e nei Territori occupati – hanno commemorato con raduni e cerimonie il 47esimo anniversario del Giorno della Terra (30 marzo 1976) in cui sei arabo israeliani furono uccisi dalla polizia durante le proteste contro la confisca di terre arabe da parte dello Stato. Il prossimo 15 maggio sono previsti altri raduni per la Nakba (Catastrofe), il giorno in cui sono ricordate le centinaia di migliaia di palestinesi cacciati con la forza o fuggiti dalla loro terra durante le fasi che portarono alla nascita dello Stato di Israele. Secondo alcuni in futuro la Guardia nazionale impedirà questo tipo di manifestazioni che, come ha spiegato in passato Ben Gvir, danno sfogo al nazionalismo palestinese e sfidano la natura ebraica dello Stato e la sua sovranità.

In allarme non è solo la minoranza araba in Israele. Preoccupazioni giungono anche da esponenti politici dell’opposizione e dalle ong per la difesa dei diritti umani. Noa Sattath, direttrice dell’Associazione per i diritti civili in Israele (Acri), insiste che la nuova forza sarà schierata contro i palestinesi di Israele. I collaboratori del ministro della sicurezza lo smentiscono e spiegano che la Guardia nazionale combatterà i criminali ebrei come quelli arabi.