Andalusia, il partito popolare espugna il parlamento
Spagna Maggioranza assoluta del partito popolare in Andalusia. Queste sette parole che scritte solo qualche anno fa sarebbero sembrate incredibili sono diventate realtà domenica. Gli elettori della regione più popolata della […]
Spagna Maggioranza assoluta del partito popolare in Andalusia. Queste sette parole che scritte solo qualche anno fa sarebbero sembrate incredibili sono diventate realtà domenica. Gli elettori della regione più popolata della […]
Maggioranza assoluta del partito popolare in Andalusia. Queste sette parole che scritte solo qualche anno fa sarebbero sembrate incredibili sono diventate realtà domenica. Gli elettori della regione più popolata della Spagna hanno dato al principale partito della destra 58 dei 109 seggi del parlamento di Siviglia. Nel 2018 erano stati solo 26 e il Pp aveva dovuto ricorrere ai 21 seggi di Ciudadanos e all’appoggio esterno di Vox per governare. Oggi Ciudadanos non ottiene neppure un seggio (passa da 650mila a 120mila voti) e Juanma Moreno può governare solo senza ricorrere agli scomodi alleati dell’estrema destra. Che ottiene 14 seggi (2 in più, e 100mila voti, sfiorando il mezzo milione di voti), ma che ora politicamente pesano molto meno. Macarena Olona, che aveva dichiarato in campagna elettorale di ispirarsi a Giorgia Meloni, mastica amaro.
Con lo stesso livello di astensione (attorno al 41%), il Pp raddoppia i suoi votanti, arrivando a 1 milione e mezzo. Mentre i socialisti, che avevano un milione di voti nel 2018, ne perdono 120 mila. La sinistra crolla: la coalizione di Inma Nieto con Podemos, Izquierda Unida e Más País ottiene solo 5 seggi, e Teresa Rodríguez con Adelante Andalucía solo due. Erano 17 tre anni fa, per quasi 600 mila voti: oggi la somma dei due partiti ne ha ottenuti solo 450 mila. Se fossero andati assieme per il sistema di reparto dei seggi avrebbero ottenuto sei seggi in più.
Il sogno del Partito popolare di ottenere una maggioranza assoluta proprio in Andalusia, feudo storico dei socialisti, si è fatto realtà. E allo stesso tempo ha saputo per la prima volta frenare Vox. In molti vedono nella vittoria di Moreno un cambio di fase per il partito popolare nella stagione post Pablo Casado: le maggioranze assolute sono ancora possibili, e trasmettere un’immagine di moderazione può ancora essere la chiave per rendere irrilevanti gli strilli razzisti di Vox.
In molti credono che sia stata proprio la percezione che Moreno fosse la diga contro l’estrema destra quella che ha fatto sì che molti voti socialisti (molti stimano addirittura il 10%) siano stati “prestati” al Pp. Lo stesso Moreno si è detto «sollevato» dal risultato. È anche la scommessa della nuova linea del partito popolare, che vuole battere Vox rimettendosi al centro dello scacchiere politico, senza competere con gli argomenti più estremi dei fascisti. Non a caso Moreno è considerato antitetico a altri leader popolari come la presidente della comunità di Madrid, Isabel Ayuso, che con Vox governa. «Nessuno mi metterà contro Moreno o Feijóo (il nuovo leader popolare, ndr) e non cambierò di un millimetro la mia posizione politica», ha fatto subito sapere la potente leader madrileña.
Anche la ministra del lavoro Yolanda Díaz, che sta mettendo assieme una coalizione alla sinistra dei socialisti per le prossime elezioni politiche, è amareggiata: «Una notte difficile per le persone progressiste. Dobbiamo aprire un nuovo tempo che guardi al futuro: i cittadini ci stanno aspettando», ha scritto nel suo ultimo tweet di domenica sera.
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