Anche la sindaca Ada Colau in piazza: «Ripartire dall’accoglienza nelle città»
In Piazza Tremila persone in corteo per le vie del centro fino alla prefettura con Coalizione civica, centri sociali e Cobas. «Trump e Salvini sono i volti di un discorso dell’odio. Che affondi la paura e non le navi»
In Piazza Tremila persone in corteo per le vie del centro fino alla prefettura con Coalizione civica, centri sociali e Cobas. «Trump e Salvini sono i volti di un discorso dell’odio. Che affondi la paura e non le navi»
Tremila persone per le strade di Bologna, italiani e migranti insieme per dire ‘no’ alle politiche del governo Salvini-Di Maio, un governo definito «nazional-sovranista, populista, razzista, reazionario, discriminatorio, liberista». Con loro, a sfilare per le strade della città, anche la sindaca di Barcellona Ada Colau, invitata in manifestazione dalla sinistra cittadina di Coalizione Civica. «So che la Lega non rappresenta l’Italia, perché questa è un paese colto, impegnato a favore della vita umano, e so che voi sapete quanto è importante difendere la solidarietà», esordisce Colau, tra gli applausi e in un italiano perfetto. «Mi vergogno profondamente come cittadina spagnola e europea di queste politiche che stanno portando avanti gli Stati europei – ha aggiunto parlando con i giornalisti – Non esiste nessuna crisi dei migranti, nessuna crisi dei profughi, esiste solo una crisi dei valori. Dobbiamo ripartire dalle città, da Barcellona così come da Bologna». Poi l’affondo:«Trump e Salvini sono i volti di un discorso dell’odio che vuole disumanizzare il prossimo. Non lo possiamo permettere, è giunto il momento di opporci. Che affondi la paura e non le navi che vengono cariche di esseri umani».
A opporsi a Salvini a Bologna sono stati in tanti, in una manifestazione colorata e piena di musica organizzata dai centri sociali Tpo e Làbas e partecipata dai sindacati di base Usb e Adl-Cobas. Una manifestazione che ha visto in prima fila loro, i migranti tanto presi di mira dal vicepremier Salvini. «Diritti per tutti, contro il governo Salvini-Di Maio», lo striscione di apertura. Poi un fiume di persone, «una prima risposta a quello che sta succedendo in Italia», dicono gli organizzatori. «Siamo noi a dire al governo che la pacchia è finita – incalza Ada Talarico del centro sociale Tpo – Vogliono dividerci sulla base del colore della pelle e del genere, noi a tutto questo diciamo no. La persone qui in piazza saranno sempre di più». «Non è questa l’Italia che ho trovato quando sono arrivata qui tanti anni fa – dice una signora originaria del Marocco – ma proprio per questo voglio manifestare, c’è troppo odio e come cittadina italiana dico che questa non è la via».
«Salvini dice che siamo troppi? La verità è che ci odia, che ha paura dei neri. Io non posso che dirgli di restare umano», aggiunge un ragazzo maliano di poco più di 20 anni. Il dito non è puntato solo contro il governo M5s-Lega, ma anche contro l’ex ministro del Pd Minniti, prova ne è il riconoscimento per il buon lavoro svolto da parte di Salvini nei confronti del suo precedessore: «Altro che governo del cambiamento!».
La manifestazione ha fatto il giro del centro città ed è finita di fronte alla Prefettura, per protestare contro gli ostacoli burocratici che i migranti hanno ogni volta che devono rinnovare il permesso di soggiorno. «Ci chiedono il certificato di domicilio firmato dal proprietario di casa o il certificato di residenza per il rinnovo del permesso – spiegano alcuni manifestanti del Mali- il risultato è che alcuni di noi sono costretti a pagare per comprare i documenti al mercato nero».
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