È da oltre due settimane che i brasiliani si affacciano alla finestra percuotendo con forza tegami e padelle al grido di Fora Bolsonaro. È diventato, il cosiddetto panelaço, la risposta della popolazione alla disastrosa gestione governativa della crisi da coronavirus, fornendo un’assordante colonna sonora ai discorsi alla nazione da parte del presidente.

Da questo lato dell’oceano, nell’Italia violentemente colpita dal Covid-19 – e definita da Bolsonaro come un «paese di vecchi» che si suicidano per la depressione causata dal panico diffuso dai giornalisti – c’è allora chi ha pensato a un gesto di solidarietà con il popolo brasiliano, invitando tutti alla finestra, domenica alle 21, a battere pentole contro “Bolsovirus”. L’iniziativa, partita dal noto reporter Silvestro Montanaro, autore dell’indimenticato C’era una volta, è stata subito sostenuta da Gino Strada («Ogni singola vita umana vale più di ogni ricchezza. Sacrificare i più deboli è da criminali»), Alex Zanotelli («Bolsonaro è un criminale. Un nemico dei poveri»), Fiorella Mannoia («Sempre dalla parte del popolo brasiliano!») e Vauro («Cacciamo via Bolsovirus!»).

«La volgarità ignorante e il cinismo di questo individuo», evidenzia Montanaro, si manifestano in pieno nel «ricatto rivolto ai poveri del Brasile», obbligati a scegliere tra disoccupazione e rischio di contagio. «Il coronavirus – queste le parole del presidente – è solo un piccolo raffreddore, una sciocchezza. Ai brasiliani i virus non fanno paura. Sono abituati a fare il bagno nelle fogne. Il Brasile non può fermarsi».

[do action=”citazione”]«A fare il bagno nei liquami – commenta Montanaro – sono i poveri, i condannati a morte lenta di un paese in cui vige la dittatura degli interessi della grande finanza», e in cui «studia e si cura solo chi può permettersi l’accesso alle strutture private»: sono loro che «moriranno sulla porta degli ospedali, nei quali non potranno entrare».[/do]

E in difesa del popolo brasiliano, costretto ad affrontare la comune emergenza ma in più sotto un governo cinico e irresponsabile, si schiera anche Alex Zanotelli: «Bolsonaro è un criminale. Lo è perché, con il suo opporsi a misure di contenimento, rischia di far morire migliaia e migliaia di persone. Lo è per l’abbandono dei popoli indigeni, i più vulnerabili alla pandemia. E lo è infine, perché, con la sua politica sull’Amazzonia, contribuisce in maniera micidiale al cambiamento climatico».