Dopo il discorso al Congresso e gli incontri con il presidente Joe Biden e la sua vice, nonché candidata democratica Kamala Harris, il premier israeliano Benyamin Netanyahu è arrivato in Florida, a Palm Beach, per incontrare Donald Trump a Mar-a-Lago, mentre un piccolo gruppo di manifestanti sventolava per protesta bandiere della Palestina.

«Se vinciamo, sarà molto semplice. Si risolverà tutto e molto rapidamente – ha detto Trump ai giornalisti all’inizio dell’incontro – Se così non sarà, ci ritroveremo con grandi guerre in Medio Oriente e forse una terza guerra mondiale. Non siamo mai stati così vicini a una terza guerra mondiale, e lo siamo perché abbiamo persone incompetenti alla guida del nostro Paese». «Trump si è impegnato a portare la pace in Medioriente e combattere l’antisemitismo» ha detto il premier israeliano ringraziando il tycoon dopo l’incontro.

TRUMP, che in passato è stato critico nei confronti di Netanyahu dopo l’attacco del 7 ottobre, ieri ha sottolineato il suo sostegno a Israele: «Abbiamo avuto un buon rapporto. Sono stato molto buono con Israele, meglio di qualsiasi altro presidente», ha detto ricordando lo spostamento dell’ambasciata Usa a Gerusalemme e gli Accordi di Abramo.

Quale siano le preferenze di Netanyahu non è un mistero: in Florida sarà ospite di Turning Point Action, un think tank conservatore che vuole riportare il tycoon alla Casa bianca, dove terrà un discorso. Questo è ilprimo incontro fra i due da quando Trump ha perso le elezioni, e Netanyahu è stato uno dei primi leader internazionali a congratularsi con Biden per la vittoria. Per un candidato sconfitto che non ha mai ammesso di aver perso, quello è stato un affronto che ha portato Trump a dichiarare: «Bibi avrebbe potuto rimanere in silenzio, ha commesso un terribile errore».

Stando alla stampa israeliana, i due in questi 4 anni non si sono mai neanche sentiti al telefono, ma il silenzio è stato rotto di recente, da una telefonata fatta da Netanyahu a Trump per augurargli un buon 4 luglio.

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Le proteste contro di lui e la politica di Israele, anche se meno massicce, hanno seguito il premier israeliano in Florida, in un viaggio che segna un riavvicinamento importante, dopo che a Washington l’incontro con Biden, durato quasi 3 ore, è stato seguito da un faccia a faccia con Kamala Harris di 40 minuti. Non particolarmente graditi da Netanyahu visto che, dopo l’incontro, Harris ha dichiarato alla stampa di aver detto al premier israeliano, cogliendolo di sorpresa: «È tempo di concludere questo accordo di pace, in modo da ottenere un cessate il fuoco per porre fine alla guerra», cogliendolo di sorpresa.

UN COLLABORATORE della vicepresidente ha sottolineato che «il presidente Biden e la vicepresidente Harris hanno trasmesso lo stesso messaggio in privato a Netanyahu, ovvero che è tempo di arrivare a un cessate il fuoco e a un accordo sugli ostaggi. Ed è quello che ha detto anche pubblicamente la vicepresidente». I portavoce di Harris hanno rimarcato che le dichiarazioni della candidata democratica non divergono da quanto aveva già detto in passato, e che «includono un solido sostegno a Israele da un lato, e la preoccupazione per le vittime civili e la crisi umanitaria a Gaza dall’altro, come fa da sempre».

Harris è stata l’unica a rilasciare una dichiarazione riassuntiva dei punti salienti del suo incontro «aperto e costruttivo» con il premier Netanyahu. «Farò sempre in modo che Israele sia in grado di difendersi: dall’Iran, da Hezbollah e da Hamas. Rimane vivo il mio impegno volto alla creazione di due Stati. Capisco che in questo momento sia una prospettiva difficile da immaginare, ma è l’unica soluzione per garantire che Israele rimanga un Paese democratico, ebreo e sicuro e che la Palestina diventi uno stato libero e prosperoso».

«Ho confessato al premier israeliano le mie preoccupazioni sulla gravità della sofferenza delle persone a Gaza», ha proseguito la vicepresidente, parlando dei 500.000 palestinesi «senza cibo né riparo, persone che vengono spostate per la quarta, quinta volta. Non possiamo distogliere lo sguardo». Una «radicale», «poco gentile» con Israele, ha commentato Trump dopo l’incontro con Bibi.

Sull’accordo proposto dagli Usa, e non ancora accettato da nessuna delle due parti, Harris ha sottolineato: «Chiediamo un cessate il fuoco totale, il ritiro dei militari israeliani da Gaza e la liberazione di tutti gli ostaggi da parte di Hamas».
NIENTE DI TUTTO questo è piaciuto particolarmente a Netanyahu, ma inizia a dare l’idea di quella che sarà la posizione di Harris su Gaza, confermando le voci di un’apertura maggiore rispetto a quella di Biden ma senza stravolgere il tradizionale appoggio Usa ad Israele.

In un post su X Netanyahu ha riferito di aver incontrato anche Elon Musk a Washington dopo il suo intervento al Congresso, e ha postato una foto di loro due mentre si stringono la mano. Con Musk avrebbe discusso di intelligenza artificiale e «cooperazione tecnologica con Israele». Musk non ha rilasciato alcuna dichiarazione