Anno nuovo, guerra vecchia. Il conflitto tra il governo etiope e i ribelli del Tigray sembrava volgere a ridosso del Natale ortodosso verso una situazione di stallo: un cessate il fuoco di fatto che avrebbe potuto aprire a un dialogo negoziale o a una guerra a bassa intensità di durata pluriennale. Queste erano le impressioni degli analisti dopo il ritiro dei militari tigrini dalle regioni di Amhara e Afar. Il premier etiope Abiy Ahmed nei primi giorni di gennaio aveva affermato che avrebbe liberato diverse figure di spicco dell’opposizione «nel tentativo di raggiungere la riconciliazione nazionale e promuovere l’unità». Un’amnistia...