«Il Twiga paga una concessione demaniale allo Stato per 21 mila euro, ma fattura 8 milioni di euro. In Italia ci sono oltre 12 mila concessioni che fatturano 10 miliardi di euro ma pagano allo Stato 100 milioni di euro». Davanti a questo simbolo italiano, a Forte dei Marmi, ieri Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli dell’Alleanza Verdi Sinistra hanno provocatoriamente presentato una proposta di legge il cui principale contenuto è stabilire invece che le spiagge «sono beni comuni inalienabili dello Stato». I canoni di affitto devono essere «aumentati perché sono irrisori». «Tutte le concessioni demaniali dello Stato italiano pagano allo Stato 100 milioni di euro, ma fatturano 10 miliardi di euro. Quello che vuole fare Meloni è inaccettabile: ha aumentato la lunghezza delle coste italiane di 3mila chilometri. Un trucchetto incredibile per evitare di mandare a gara tutte le concessioni demaniali marittime. Al contempo, vuole mandare a gara e privatizzare le ultime spiagge libere del nostro paese». «Ci opponiamo fermamente a questo. Le spiagge devono essere libere». E bisogna restituire ai cittadini il «diritto espropriato di andare al mare». «Deve essere consentito a tutti, al di là delle condizioni economiche, di poter andare sulla spiaggia con le proprie famiglie». Il «mare va liberato».

Ieri la Lega, primo firmatario Massimiliano Romeo, ha presentato un emendamento al decreto legge «Coesione» esaminato dalla commissione Bilancio del Senato, in cui chiede di rendere noto l’esito della mappatura «dei servizi turistico-ricreativi che insistono sul demanio marittimo, fluviale e lacuale» effettuata dal tavolo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio. Il testo introdurrebbe un indennizzo da riconoscere al concessionario uscente da parte del subentrante e un criterio di prelazione. L’emendamento è l’esito di un altro scontro in corso nella maggioranza, in vista delle europee. Fratelli d’Italia ha infatti chiesto alla Camera di portare il Consiglio di Stato davanti alla Corte Costituzionale perché avrebbe «invaso» il campo del legislativo. I leghisti, invece, che questa strada impiegherebbe troppo tempo. Il processo istruttorio partirà dopo le Europee e arriverà a un voto in aula. Per i leghisti bisongerebbe fare prima. Da qui l’emendamento che prevede un indennizzo a carico del concessionario subentrante in misura corrispondente al valore aziendale dell’impresa.