l ministro della Difesa Oleksii Reznikov ha presentato ieri alla Rada una richiesta di dimissioni, chiudendo in questo modo lo scontro ai vertici del potere ucraino in corso da mesi con il presidente, Volodymyr Zelensky. Era stato Zelensky, domenica sera, ad annunciare al paese la decisione di sostituire Reznikov, uno dei simboli della lotta all’invasione russa, con un nuovo fedelissimo, Rustem Umeirov, il capo del Fondo per le proprietà statali.

ZELENSKY aveva già espresso il proposito di licenziare Reznikov a fine gennaio, dopo un’inchiesta giornalistica su appalti e tangenti che aveva condotto ad arresti e dimissioni ai piani alti dell’esercito. Da allora al nome di Reznikov è associato un termine che ha un peso rilevante nelle vicende recenti dell’Ucraina: quel termine è «corruzione». A Reznikov sono imputate anche le falle nel sistema di reclutamento che hanno permesso a decine di migliaia di ucraini di fuggire all’estero evitando le armi. Sempre Zelensky aveva sciolto il mese scorso la rete regionale della leva. Il successore di Reznikov, Umeirov, non è un militare di carriera. È un milionario quarantenne di origini tatare e di fede musulmana che ha passato gli ultimi anni battendosi per la causa della Crimea. Ha rapporti stretti con la cerchia del presidente turco, Receep Tayyp Erdogan, che proprio ieri ha incontrato il capo del Cremlino, Vladimir Putin, a Sochi. Un anno fa Zelensky lo aveva scelto per guidare l’organismo pubblico che deve privatizzare una parte del patrimonio ucraino. Alla Difesa non si occuperà certo di strategia militare. Gli chiederanno di raccogliere fondi all’estero e di impiegarli nel migliore dei modi sul campo di battaglia. Di che cifre si parla? È stato Reznikov a dichiarare, poche ore prima di lasciare il posto, il valore degli aiuti bellici ricevuti sinora dal governo di cui ha fatto parte: cento miliardi di dollari, oltre novanta miliardi di euro. Il problema è che il denaro da solo non basta a vincere le guerre.

DIFFICILE IGNORARE il fatto che Zelensky si sia liberato di Reznikov nel momento in cui la pressione dei paesi donatori sui piani di guerra si è fatta più forte. Gli ucraini hanno concentrato una parte considerevole degli sforzi a sud di Zaporizhzha, nel settore di Orikhiv. Era la richiesta principale di americani e britannici ai vertici militari di Kiev. L’obiettivo è raggiungere Melitopol, sul Mare d’Azov, e interrompere il collegamento terrestre che permette ai russi di raggiungere la Crimea attraverso l’autostrada M14. Così da giorni si combatte attorno alle macerie di un villaggio chiamato Robotyne. Lì passa una delle tre linee di fortificazioni che i russi hanno costruito nel corso degli ultimi mesi. Parlando con il settimanale inglese Observer, il generale ucraino Oleksandr Tarnavsky ha parlato di uno sfondamento significativo: «Ora siamo fra la prima e la seconda linea». Anche l’intelligence militare americana ha confermato progressi la scorsa settimana. Sul fatto che gli ucraini abbiano davvero superato la prima linea russa i dubbi sono numerosi e comprensibili. «Nessuno di noi è ancora riuscito a passarci attraverso», hanno detto uomini della 46esima Brigata di assalto aerea ai reporter della Bbc. Sia come sia, i russi non hanno certo pensato alle loro fortificazioni pensando che potessero durare in eterno. Non è quella la logica dell’opera. Le hanno progettate per costringere gli ucraini a perdere tempo e risorse. Risorse materiali e risorse umane. Agli ucraini non basterà semplicemente superare il reticolo di trincee e di campi minati nemici. Dovranno farlo conservando una quantità di uomini adeguata ad affrontare, poi, una battaglia in campo aperto. Solamente a questa condizione la controffensiva avrà un senso.

DA SETTIMANE i russi stanno sfiancando gli ucraini nella zona grigia a ridosso della prima linea di difesa. Vogliono ridurre le dimensioni della riserva. Cercano di rendere insignificante sul piano strategico lo sfondamento. Un paio elementi dicono che la strategia potrebbe avere successo. A Kiev lo stato maggiore ha diffuso nel fine settimana un documento con i nuovi canoni per l’accesso nell’esercito. Secondo il Kyiv Independent, l’elenco dei cittadini abili per prestare servizio comprenderà d’ora in avanti quelli affetti da tubercolosi, epatite, malattie del sangue, hiv, disturbi mentali di lieve entità e patologie del sistema nervoso. Non è tutto.

IN POLONIA il quotidiano Rzeczpospolita ha scritto ieri che il governo a Varsavia sarebbe pronto a estradare gli uomini ucraini in età da militare che hanno attraversato la frontiera fra i due paesi in fuga dalla guerra. Si tratta secondo le stime di ventimila civili «scomparsi nel nulla». Le basi legali di questa eventuale operazione sono al momento oscure.