Puntuale come ogni anno, arriva da Venezia la presentazione delle «Biennali dal vivo» del 2023. I tre festival di teatro musica e danza sono stati annunciati ieri mattina in una conferenza stampa dal presidente dell’ente Roberto Ciccutto, assieme ai direttori delle diverse sezioni: Ricci e Forte per il teatro (in cartellone dal 15 giugno all’1 luglio), Wayne McGregor per la danza (13-29 luglio) e Lucia Ronchetti per la musica (16-29 ottobre). Quest’anno ci saranno i mezzi economici per partecipare alla produzione di nuove operazioni.
Stefano Ricci e Gianni Forte promettono col festival della prosa di marciare di pari passo nel rinnovamento della tradizione assieme al compiersi di progetti che erano apparsi in forma embrionale lo scorso anno, frutto dei partecipanti della Biennale College. A fianco ai nuovi artisti, nomi di maggior esperienza come Giorgina Pi, Fabiana Iacozzilli e Fabrizio Arcuri che cureranno la messa in scena di spettacoli nuovi, nati dai giovani formatisi al College (in qualche caso preannunciati già l’anno scorso sotto forma di «prove aperte»).

DALL’ESTERO una raffica di nomi quasi sconosciuti in Italia, a parte quelli non sempre entusiasmanti ma certo titolati come Tiago Rodriguez (il regista portoghese che da quest’anno dirige il Festival di Avignone) e dalla Spagna El Conde de Torrefiel. Curiosità maggiore promettono esperienze come quella dei palestinesi (operanti ad Haifa in Israele) Bashar Murkus e il Khashabi Ensemble, o gli FC Bergman premiati col Leone d’argento. Leone d’oro alla carriera quest’anno è invece Armando Punzo, con la sua trentennale esperienza coi detenuti del carcere di Volterra, che dovrebbero portare un loro spettacolo a Venezia. E poi un nome sicuro come quello di Romeo Castellucci, che pure è previsto in programma.
Più variegato il cartellone della danza, guidata da Wayne McGregor, col titolo La chimica della danza. Altered States. Quasi a voler rappresentare concretamente il rapporto tra pensiero e movimento, arriva il Leone d’oro alla carriera a Simone Forti, presenza già molto amata, fin dagli anni ’70, in Italia. Un filmato del Museo di Los Angeles ricostruirà i suoi 60 anni di carriera. Un Duo di William Forsythe sarà ripreso da due suoi allievi, mentre Xie Xin costruirà un nuovo lavoro con gli iscritti al College. Il Leone d’argento va alla compagnia di Pechino Tao Dance Theater, di Tao Ye e Duan Ni. A Pontus Lindberg, coreografo e cineasta, è stata commissionata una coreografia nuovissima, On the nature of the rabbits. E ci saranno pure il francoalgerino Rachid Ouramdane, attuale direttore del Theatre de Chaillot, e Carlos Acosta, star cubana della danza internazionale che porterà coreografie dei più famosi autori europei e non solo.

INFINE la musica, come sempre ad autunno inoltrato, che è stata dedicata quest’anno dalla direzione di Lucia Ronchetti al «suono digitale», in tutti i suoi stadi. La prima di sei sessioni, Sound Microscopies, basterà già ad infiammare gli animi e i ricordi anche del pubblico italiano: ci sarà infatti l’assegnazione del Leone d’oro alla carriera a Brian Eno, musicista amatissimo anche in Italia dagli anni ’80 in poi, autore di accordi indimenticabili e di veri poemi del suono. Il Leone d’argento va invece a Miller Puckette, ma Brian Eno presenterà alla Fenice il suo nuovo progetto Ships, assieme ad una orchestra sinfonica, un attore ed altri artisti. Un vero kolossal, che farà nascere le orchestrazioni dalle strutture stesse del teatro. Ma tutto il programma musicale è denso e accattivante, e converrà seguirlo, itinerante, attraverso le chiese veneziane fino al conservatorio.