Dopo quasi sei mesi di digiuno, all’indomani della decisione della Consulta sul suo caso, Alfredo Cospito, l’anarchico esponente della Fai, ha deciso di interrompere lo sciopero della fame contro il 41bis, iniziato il 20 ottobre.

Lo ha comunicato lo stesso Cospito su un modello prestampato a disposizione dei detenuti e in cui ha scritto: “Dichiaro di interrompere lo sciopero della fame”, avvisando così i vertici del Dap, del carcere di Opera e del Tribunale di Sorveglianza di Milano.

Di ieri la decisione della Corte costituzionale che ha fatto cadere la norma che vincolava la Corte d’Assise d’appello di Torino a infliggergli necessariamente l’ergastolo per l’attentato alla Scuola degli allievi dei carabinieri di Fossano. Una sentenza che non incide, comunque, sul regime del 41bis.

“La lotta intrapresa da Cospito può dirsi abbia raggiunto gli obiettivi prefissati, i tempi di attesa della decisione della Cedu, a differenza di quelli molto più contenuti della Consulta, non sono infatti compatibili con lo sciopero della fame mentre la decisione di Strasburgo merita di essere attesa”. Lo afferma il difensore dell’anarchico, l’avvocato Flavio Rossi Albertini.

Il penalista aggiunge che quindi Cospito, “trascorsi 180 giorni di digiuno e dopo aver esposto a rischio la propria vita, essere dimagrito 50 chilogrammi e aver ormai irrimediabilmente compromesso la propria funziona deambulatoria dovuta allo scadimento irreversibile del sistema nervoso periferico, il 19 aprile 2023 ha deciso di porre fine allo sciopero della fame”.