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Carceri minorili al collasso. A un anno dal dl Caivano il sistema è allo stremo

Carceri minorili al collasso. A un anno dal dl Caivano il sistema è allo stremoL'Istituto penale per minorenni Cesare Beccaria di Milano – LaPresse

Dossier dell'Associazione Antigone Ingressi cresciuti del 16,4%, sovraffollamento al 110%. Ma i reati sono in calo

Pubblicato 11 giorni faEdizione del 3 ottobre 2024

Un disastro: a un anno dal Decreto Caivano (15 settembre 2023), provvedimento bandiera della premier Meloni che, per combattere le cosiddette baby gang e il fenomeno dell’abbandono scolastico messi a fuoco allora dalla cronaca nel famigerato comune dell’hinterland napoletano, s’inventò un po’ di carcere in più per il piccolo spaccio e altre misure repressive per i giovani cresciuti all’ombra della camorra, il bilancio degli Istituti penali per minorenni è drammatico. «Non avevamo mai visto nulla di simile. Nonostante la nostra lunga esperienza nel monitoraggio delle carceri italiane, è la prima volta che troviamo un sistema minorile così carico di problemi e denso di nubi», scrive l’associazione Antigone nell’ultimo dossier dedicato all’emergenza Ipm pubblicato ieri.

Rispetto agli ingressi di un anno fa, il numero di ragazzi e ragazze entrati nei cosiddetti carceri minorili è aumentato del 16,4%. A fine settembre 2024 erano 569 stipati nei 17 Ipm italiani mentre «a ottobre 2022, momento in cui si insedia l’attuale governo, le carceri minorili ospitavano 392 persone». Il numero delle presenze dunque è aumentato del 48% in 22 mesi. È un’impennata vertiginosa, nel grafico che mostra le presenze negli Ipm dal 1998 ad oggi. E infatti, spiega Antigone, «numeri così alti non si erano mai registrati prima».

E così è stato avvelenato anche un sistema, quello della giustizia minorile, che per anni l’Europa ha invidiato all’Italia. Il sovraffollamento sta rendendo invivibili anche le carceri minorili: 569 presenze in 516 posti disponili vuol dire una media del 110%, con punte a Treviso (183,3%), al Beccaria di Milano (145,9%) e all’Ipm di Acireale (129,41%). Eppure, la criminalità minorile diminuisce, non aumenta: «Contrariamente all’idea diffusa delle cosiddette baby gang come un’invasione di minori devianti e criminali, soprattutto a causa della presenza di ragazzi stranieri descritti come privi di controllo, i dati mostrano una realtà diversa», si legge sul dossier. Nel 2023, infatti, i ragazzi tra i 14 e i 17 anni denunciati e/o arrestati sono diminuiti del 4,15% rispetto al 2022. In particolare il numero di minori stranieri denunciati è sceso addirittura del 5,93%. I minorenni reclusi negli Ipm sono il 61% dei presenti. Ed è in crescita la carcerazione preventiva: il 65,7% non ha ancora una condanna definitiva.

Per quanto riguarda la tipologia di reati, si evidenzia il calo del -16% delle risse e delle percosse; in aumento invece rapine (7,69%), lesioni dolose (1,96%) e violenze sessuali (8,25%). Ma i giovani presentano «sempre più problemi di dipendenza e di uso di sostanze stupefacenti, a prescindere dalla nazionalità e dalla condizione economica». La categoria di reati più frequente è quella contro il patrimonio, che «rappresentano il 52,2% del totale dei reati a carico di tutti coloro che sono entrati in Ipm nel 2024, il 61,9% se si guarda ai soli stranieri». Le violazioni della legge sugli stupefacenti «rappresentano il 10,1% del totale dei reati a carico di chi è entrato in Ipm nel 2024, ed il 13,2% se si guarda ai soli italiani». In generale, gli stranieri presenti nei carceri minorili a settembre 2024 sono il 46,7% , una percentuale in calo rispetto al 51,2% registrato a metà gennaio.

Ma il sovraffollamento ha poi un’altra conseguenza: riferisce Antigone che il «decreto Caivano ha reso più facile il trasferimento dei ragazzi che hanno compiuto la maggiore età a un carcere per adulti, misura troppo spesso applicata per problemi di sovraffollamento o per gestire situazioni problematiche, ma che va a interrompere un percorso educativo e rende ben più difficile la reintegrazione sociale del giovane». Emblematica è la storia di M., ragazzo nato in Egitto nel 2008 che si trovava in Italia come migrante non accompagnato ed era nell’istituto di Milano in attesa di giudizio. Improvvisamente è stato trasferito «per motivi di sovraffollamento» all’Ipm di Airola (Bn) senza avvisare né la tutrice, né il legale, né gli assistenti sociali. «Il minore ha forti fragilità psicofisiche e stava già soffrendo moltissimo la condizione di detenzione», ha riferito la tutrice volontaria che ha denunciato il fatto. Non stupisce dunque, come rivela un’inchiesta di Altreconomia, se «nella fase post pandemica negli Ipm si sia registrato un significativo aumento della spesa – e dunque della somministrazione – di psicofarmaci, in particolare di antipsicotici».

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