Al via la XIII legislatura spagnola, prove di accordo per il governo che verrà
Parlamento Intesa Psoe-Unidas Podemos: eletta presidente del Congresso la socialista catalana Batet con 175 voti, uno in meno della maggioranza assoluta. Al Senato Manuel Cruz. Stretta di mano tra Junqueras e Sánchez
Parlamento Intesa Psoe-Unidas Podemos: eletta presidente del Congresso la socialista catalana Batet con 175 voti, uno in meno della maggioranza assoluta. Al Senato Manuel Cruz. Stretta di mano tra Junqueras e Sánchez
Ha avuto inizio ieri la tredicesima legislatura spagnola, in cui per la prima volta la presenza di donne è quasi paritaria: il 47% sono deputate. L’età media dei nuovi parlamentari è 47 anni, la stessa che nel Congresso uscente. 220 dei 350 parlamentari sono però matricole. Questa è anche la prima legislatura in cui siedono nel Congresso ben 24 parlamentari esponenti di un partito di estrema destra. Come previsto, è risultata eletta presidente la socialista catalana Meritxell Batet, dopo due sessioni di voto (in cui il presidente temporaneo per anzianità ha dovuto trasportare l’urna fino ai piani più alti dell’emiciclo, gli unici accessibili per una sedia a rotelle, per far votare il braccio destro di Pablo Iglesias, Pablo Echenique). Come ormai tradizione, c’è stato il piccolo spettacolo sulle formule in cui si è giurato o promesso di rispettare la costituzione. Da Unidas Podemos hanno promesso di rispettare la costituzione, «per la democrazia e i diritti sociali» (con varianti), mentre i cinque deputati incarcerati l’hanno fatto sottolineando il loro status di prigionieri politici e «per imperativo legale». Vox ha reagito rumoreggiando per coprire le loro voci, Pp e Ciudadanos si sono stracciati le vesti, ma Batet ha mantenuto la barra ferma sostenendo che la sostanza della formula di tutti era corretta.
I cinque reclusi durante la lunga seduta hanno potuto scambiare varie chiacchiere anche con i ministri socialisti, e la foto della giornata è stata (la fredda) stretta di mano fra Oriol Junqueras (leader di Erc) e Pedro Sánchez. Pablo Iglesias ha parlato lungamente con ciascuno di loro.
Batet è stata eletta con 175 voti e pertanto ha ottenuto oltre a quelli di socialisti e Unidas Podemos il voto di altre formazioni minori: è solo un voto meno della maggioranza assoluta. I due partiti nazionalisti catalani si sono astenuti o hanno annullato il voto. Gli altri 8 membri della presidenza sono stati eletti come previsto (2 ciascuno socialisti, Podemos, Ciudadanos e Pp). Batet nel suo discorso ha ricordato che «nessuno di noi né dei nostri partiti rappresenta in esclusiva la Spagna o i suoi territori. Tutti siamo del popolo, ma nessuno di noi è il popolo».
Al Senato è stato eletto Manuel Cruz, come previsto, ma alla fine i socialisti hanno deciso di ritirare la cessione di uno dei membri della presidenza al Pp. In totale il reparto è composto da 4 socialisti, 2 del Pp e 1 per il Partito nazionalista basco. Obiettivo di Cruz è rendere il Senato, dallo scarso potere (eccetto per l’applicazione dell’articolo 155 di sospensione del governo di una autonomia), «una camera influente» e di trasformarla in una vera camera territoriale. Ha fatto anche capolino sulle magliette di alcuni deputati il Gaysper, il fantasmino Lgbt che Vox aveva usato per attaccare il collettivo, ma che diversi membri gay della Camera hanno risignificato per contrastare l’estrema destra. Una delle prime decisioni di Cruz e Batet sarà sul destino dei deputati e del senatore incarcerati: tutto lascia supporre che verranno sospesi, ma la decisione non sarà immediata. Il re riceverà questa mattina Batet e Cruz.
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