Affondo del papa: «I nazionalismi che alzano i muri anticamera dei fascismi»
Ecclesiastici conservatori contro papa Francesco Teologi inquisitori contestano le aperture del pontefice su gay e le altre religioni
Ecclesiastici conservatori contro papa Francesco Teologi inquisitori contestano le aperture del pontefice su gay e le altre religioni
Un manipolo di ecclesiastici e teologi accusa papa Francesco di «eresia» perché avrebbe ammorbidito la posizione della Chiesa cattolica sulla morale sessuale, aprendo a coppie conviventi ed omosessuali. Il vicepremier ministro degli Interni Matteo Salvini, in trasferta in Ungheria da Viktor Orban per ammirare il muro anti-immigrati alla frontiera con la Serbia, spiega che votare per i sovranisti significa difendere «l’identità cristiana dell’Europa». Papa Francesco riceve in udienza la Pontifica accademia delle scienze sociali e mette in guardia dai «nazionalismi», che «alzano muri», producono «razzismo» e sono l’anticamera di nuovi fascismi, come quelli degli anni ‘20-‘30.
Tre eventi diversi e non direttamente collegati fra loro, che tuttavia evidenziano l’alleanza delle destre conservatrici clericali e laiche, saldata da un cattolicesimo non evangelico ma identitario, che si oppone ad un pontefice pastoralmente riformatore.
È stata resa nota il primo maggio, in sei lingue sul solito network di siti web del tradizionalismo cattolico, una «lettera aperta» firmata da qualche decina di uomini di Chiesa, teologi e docenti universitari europei e statunitensi che accusa papa Francesco di «eresia».
Si tratta del terzo atto di un’offensiva teologica contro il pontefice, cominciata del 2016, all’indomani dell’esortazione apostolica Amoris laetitia che illustrava le conclusioni del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, fra cui una cauta apertura «caso per caso» all’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati. Proseguita nel 2017 con una «correzione filiale» al papa «in ragione della propagazione di eresie» anch’essa firmata da ecclesiastici e teologi. E che ora si arricchisce di questo nuovo documento.
«Prendiamo questa iniziativa come ultima risorsa per contrastare i danni causati ormai da diversi anni dalle parole e dalle azioni di papa Francesco che hanno generato una delle peggiori crisi nella storia della Chiesa cattolica», scrivono gli “inquisitori”, che in particolare accusano Bergoglio di «giustificare» l’inosservanza dei comandamenti; di aver di fatto abolito il «peccato mortale»; di consentire «i rapporti sessuali tra persone che hanno contratto un matrimonio civile», quindi non sposate con rito cattolico, e addirittura tra persone non sposate ed omosessuali; di valutare positivamente «il pluralismo e la diversità delle religioni», come dimostrerebbero i progressi nel dialogo ecumenico con le Chiese luterane e interreligioso con l’islam. Insomma un mix di accuse di sincretismo e libertinismo, che mostra qualche similitudine con il lungo articolo di qualche settimana fa di papa Ratzinger, secondo il quale l’origine dei mali della società e della Chiesa contemporanea è rintracciabile nel ‘68.
Ulteriori prove a carico di Francesco sarebbero poi la protezione di preti pedofili (automaticamente identificati come omosessuali) e dei vescovi che li avrebbero coperti; la promozione di ecclesiastici gay friendly, come il cardinale di Chicago Cupich; e l’apprezzamento per la radicale Emma Bonino, «l’attivista politica più accanitamente a favore dell’aborto e dell’eutanasia».
In generale, l’accusa al papa è di una «ripulsa globale dell’insegnamento cattolico sul matrimonio e i rapporti sessuali, sulla legge morale, sulla grazia e il perdono dei peccati». Per cui l’appello ai vescovi – a loro è indirizzata la lettera aperta – è di procedere ad una «correzione» del pontefice, oppure di «assumere le misure necessarie per affrontare la grave situazione che implica la presenza di un papa eretico». Ovvero separarsi da Roma.
Intanto ieri, mentre Salvini era con Orban, Francesco ha ricevuto in udienza in Vaticano i partecipanti all’Assemblea plenaria della Pontificia accademia delle scienze sociali, a cui ha rivolto un discorso molto severo contro nazionalismi e sovranismi. «La Chiesa – ha spiegato il papa – ha sempre esortato all’amore del proprio popolo», ma nello stesso tempo «ha ammonito le persone, i popoli e i governi riguardo alle deviazioni di questo attaccamento quando verte in esclusione e odio altrui, quando diventa nazionalismo conflittuale che alza muri, anzi addirittura razzismo o antisemitismo. La Chiesa osserva con preoccupazione il riemergere, un po’ dovunque nel mondo, di correnti aggressive verso gli stranieri, specie gli immigrati, come pure quel crescente nazionalismo che tralascia il bene comune», ha detto Francesco, che ha aggiunto: «Sappiamo dalla storia dove conducono simili deviazioni».
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