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Addio a Takashi Ishii, erotismo e neo-noir nel cinema giapponese anni novanta

Addio a Takashi Ishii, erotismo e neo-noir nel cinema giapponese anni novantaTakashi Ishii

Lutti Morto a 75 il regista e sceneggiatore, dai manga all'erotismo su grande schermo. «Shindemo ii», film del 1992, metafora della crisi del paese dopo la bolla economica

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 11 giugno 2022

Dopo Shinji Aoyama, scomparso lo scorso marzo, se ne è andato un altro pezzo importante del nuovo cinema giapponese emerso fra la fine degli anni ottanta e gli inizi dei novanta del secolo scorso. Nella giornata di ieri infatti, è stata resa nota la morte di Takashi Ishii, settantacinque anni, la cui carriera ha spaziato dai manga al cinema, come sceneggiatore prima e regista poi, portato via da un tumore con cui conviveva e lottava da almeno tre anni. Ishii inizia a lavorare come disegnatore di manga negli anni settanta, dopo aver tentato, invano anche a causa di problemi di salute, una carriera nel mondo del cinema dove è poi comunque approdato più tardi per altre vie. Sale prima alla ribalta come autore di una lunga serie di adattamenti cinematografici del suo manga per adulti Tenshi no harawata (Angel Guts), il primo di questi, intitolato Jokousei tenshi no harawata (Angel Guts: High School Coed) esce nel 1978, per la regia di Chusei Sone, autore noto per i suoi lavori nell’ambito del roman porno. Dopo una decina di collaborazioni in veste di sceneggiatore per film di genere erotico per la casa di produzione Nikkatsu, si ricordi qui almeno Love Hotel di Shinji Somai del 1985, Ishii debutta dietro alla macchina da presa nel 1988 qundo dirige il quarto capitolo della serie derivata dal suo lavoro di fumettista, Tenshi no harawata akai memai (Angel Guts: Red Vertigo).

ISHII MESCOLA tematiche perverse ed esplicitamente sessuali con elementi del cinema horror prima e successivamente virati più verso il genere malavitoso e action, sempre con un gusto estetico quasi neo-noir in paesaggi urbani con luci al neon riflesse in strade bagnate alla Blade Runner, dove i personaggi abitano e si muovono in ambienti circondati da cemento e oscurità.
Del 1992 è Shindemo ii (Original Sin), storia di una donna sposata che si innamora di un giovane ragazzo, mentre dell’anno successivo è il più noto Nuudo no yoru (A Night in Nude), racconto che interseca trauma, violenze e abusi in un tessuto urbano dominato dalle luci fluorescenti delle città con protagonista un eccellente Naoto Takenaka.

UN FILM che simboleggia alla perfezione il senso di disperazione e spaesamento dopo l’esplosione della bolla economica della fine degli anni ottanta e che si ispira anche ai thriller erotici americani del decennio precedente. Ishii sarebbe ritornato sul tema usando ancora una volta il personaggio interpretato da Takenaka nel 2010 con A Night in Nude: Salvation, ideale seguito del primo lungometraggio adattato per gli anni duemila. Il successo di pubblico come regista arriva nel 1995 con Gonin, storia di cinque uomini che progettano un colpo ai danni della yakuza che però finisce male e si ritrovano inseguiti e cacciati da una serie di killer professionisti. Puro film di malavita giapponese, come sempre graziato dal gusto estetico di Ishii, con un gruppo di attori al loro meglio fra cui spiccano le interpretazioni del già citato Takenaka, Koichi Sato e Takeshi Kitano. La popolarità del film, spinge Ishii e produttori a realizzarne un seguito, Gonin 2, uscito l’anno successivo e il regista giapponese tornerà ad affrontare tematiche simili nel nuovo millennio, in Gonin Saga del 2015. Nel nuovo millennio Ishii perde forse un po’ della sua originalità e della spinta innovativa che aveva caratterizzato il suo cinema negli anni novanta, cosa che del resto accade al cinema indipendente del Sol Levante in generale. Continua comunque la sua esplorazione di tematiche fortemente erotiche in lavori quali Furizu mi (Freze Me), Hana to hebi (Flower and Snake) e Amai muchi (Sweet Whip).

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