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«Accogliere gratis», il papa boccia il decreto flussi

«Accogliere gratis», il papa boccia il decreto flussi

Vaticano «Accogliere, accompagnare, sistemare e integrare» sono i criteri del discorso di Francesco sui migranti, che in altre occasioni aveva indicato anche la via della programmazione razionale

Pubblicato più di un anno faEdizione del 10 marzo 2023

Quanti immigrati ci servono? Qualunque sia la risposta – anche il mezzo milione che si è fatto scappare il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, subito messo a tacere da Salvini e dai suoi -, è proprio la domanda a essere sbagliata, perché il valore dell’accoglienza non si misura con il metro del tornaconto economico.

Lo ha detto ieri mattina papa Francesco che, ricevendo in udienza in Vaticano i partecipanti al convegno formativo della Cattedra dell’Accoglienza promosso dalla Fraterna Domus di Sacrofano (Roma), ha di fatto bocciato qualsiasi decreto flussi fondato sul numero di braccia che servono al sistema Paese per mandare avanti agricoltura, industria e servizi.

«Solo una cultura sociale e politica che comprenda l’accoglienza gratuita potrà avere futuro», ha affermato Bergoglio, citando la sua enciclica Fratelli tutti. «L’accoglienza è gratuita», ha aggiunto il pontefice. «Spesso si parla dell’apporto che i migranti danno o possono dare alle società che li accolgono. Questo è vero ed è importante. Ma il criterio fondamentale non sta nell’utilità della persona, bensì nel valore in sé che essa rappresenta. L’altro merita di essere accolto non tanto per quello che ha, o che può avere, o che può dare, ma per quello che è».

«Accogliere, accompagnare, sistemare e integrare» sono i criteri del discorso di Francesco sui migranti, che in altre occasioni aveva indicato anche la via della programmazione razionale: «Ogni Paese deve fare questo con la virtù del governo che è la prudenza, perché un Paese deve accogliere tanti rifugiati quanti può e quanti può integrare», aveva detto nel giugno 2018, nella conferenza stampa sull’aereo che lo stava riportando a Roma da Ginevra, in occasione del settantesimo anniversario della fondazione del Consiglio ecumenico delle Chiese.

Ma la linea guida, lo ha ribadito ieri, è quella dell’integrazione, non della blindatura dei confini e dei mari. «La vera qualità dei diversi Paesi del mondo si misura dalla capacità di pensare non solo come Paese, ma come famiglia umana», mentre «i nazionalismi chiusi manifestano in definitiva questa incapacità di gratuità», ha detto ai volontari della Fraterna Domus, citando ancora la Fratelli tutti. «Solo una cultura sociale e politica che comprenda l’accoglienza gratuita potrà avere futuro».

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