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Abbracci e obici per Kiev, così la Polonia si “allarga”

Abbracci e obici per Kiev,  così la Polonia si “allarga”Soldati polacchi durante esercitazioni della Nato a Ustka – Ap

Affari militari per 700 milioni Dopo la visita di Duda a fine maggio trasferiti oltre confine due anni di capacità di produzione polacca delle armi più moderne. Per Mosca qualcuno a Varsavia cerca di «insinuarsi in casa dei vicini». E Putin potrebbe gradire

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 4 giugno 2022

Come cambierebbero le vicende di questa guerra se la Polonia formasse una federazione con l’Ucraina? Se i due presidenti, Andrzej Duda e Volodomyr Zelensky, gestissero con organismi comuni l’ordine pubblico, il controllo dei confini o determinati aspetti della funzione giudiziaria?

Si tratta, chiaramente, di una iperbole, anche se il governo di Mateusz Morawiecki ha lanciato da Varsavia negli ultimi giorni segnali che in Russia sono stati accolti quasi con soddisfazione dallo schieramento politico che considera ineluttabile la fine dell’Ucraina come entità statale autonoma, a prescindere dall’esito del confronto militare in corso. Uno schieramento ampio e molto vicino al capo del Cremlino, Vladimir Putin, di cui fanno parte l’ex presidente ed ex premier Dmitri Medvedev, i più alti funzionari degli Esteri, e Vladimir Medinsky, l’uomo che Putin in persona ha scelto per guidare i negoziati con i rappresentanti del governo di Kiev.

UNO DI QUESTI SEGNALI i russi lo hanno colto nella visita di Duda a Kiev a fine maggio, un viaggio che il presidente polacco aveva nei piani probabilmente da tempo, capitato negli stessi giorni in cui Francia e Germania esprimevano forti perplessità sull’ipotesi di vedere in tempi rapidi l’Ucraina nell’Unione europea.

«Secondo alcune voci preoccupanti dovreste cedere alle richieste di Putin», ha detto Duda nel suo discorso alla Rada: «Soltanto voi, però – ha proseguito – avete il diritto di decidere del vostro futuro». Duda ha detto anche che si sarebbe battuto in ogni modo per vedere l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. Sono seguiti un affettuoso abbraccio con Zelensky e un disegno di legge con cui lo stesso Zelensky ha chiesto alla Rada di riconoscere ai cittadini polacchi uno status giuridico speciale, simile a quello che tre milioni e mezzo di rifugiati ucraini hanno ottenuto dall’inizio della guerra attraversando il confine. «I polacchi – ha spiegato Zelensky con un videomessaggio diffuso sui social network – avranno in Ucraina gli stessi diritti che gli ucraini hanno avuto in Polonia».

UN ALTRO SEGNALE viene dal ruolo crescente che la Polonia esercita in Ucraina sul piano militare. Questa settimana da Varsavia hanno fatto sapere di avere chiuso un accordo per fornire a Kiev tre squadroni di AHS Krab, un obice semovente con munizioni da 155mm disegnato dalle industrie militari Huta Stalowa Wola, nella regione della Precarpazia. Il Krab è una delle armi più moderne assegnate all’esercito polacco. A Stalowa Wola possono assemblarne una trentina all’anno. Tre squadroni corrispondono a sessanta Krab.

QUESTO SIGNIFICA che la Polonia sta trasferendo in Ucraina due o tre anni di produzione di un sistema decisivo per la sicurezza nazionale, soprattutto in una fase come questa. Il contratto vale settecento milioni di dollari. Secondo il portale di informazione Dzennik si tratta del più grande affare che Polonia e Ucraina abbiano chiuso nella loro storia.
Ad aprile i polacchi avevano trasferito oltre confine anche 240 carri armati T-72. Si aspettavano che la Germania fornisse loro un numero adeguato di rimpiazzi. Non hanno ricevuto nulla. Così il presidente Duda ha accusato pubblicamente il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, di avere tradito un accordo esistente.

«Forse la Polonia sta cercando di insinuarsi nel territorio dei vicini», ha detto da Mosca la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, di fronte a questi eventi. Del pericolo che alcuni politici a Varsavia «considerino l’ovest dell’Ucraina come una parte del loro paese», ha parlato il presidente bielorusso, Aleksander Lukashenko, uno che, per la verità, non sembra avere particolarmente a cuore l’integrità territoriale dei vicini, visto il sostegno garantito da tre mesi a questa parte all’esercito russo.

«NON ESCLUDO, CONOSCENDO la storia, che la Polonia alla prima occasione possa strappare una parte di territorio all’Ucraina», è stato il commento del negoziatore di Putin, Medinsky. Non è chiaro se il suo fosse un attacco di basso livello a Duda e Morawiecki per il sostegno a Zelensky; un tentativo peraltro male argomentato di ridurre le responsabilità della Russia in questa guerra; o magari una proposta gradita al Cremlino per chiudere la crisi che proprio Putin ha aperto il 24 febbraio.

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