«Il carovita spaventa più della portaerei statunitense», osserva Asia, professoressa di italiano alla scuola Pietro della Valle a Farmanieh, un quartiere nella Teheran nord. «La guerra ci sarà, ma solo quando sarà finito il Ramadan», ipotizza Taher da Tajrish, un altro quartiere nella Teheran alta, illudendosi che gli americani abbiano un qualche rispetto per i precetti religiosi musulmani e quindi per il mese del digiuno appena cominciato. «Dell’arrivo della portaerei americana nel Golfo persico non sanno tutti, chi ne parla lo ha saputo da emittenti straniere come Manoto e BBC Persian service. Ma non tutti gli iraniani hanno accesso alle...