Ci ha preso gusto Démare. Sul traguardo di Scalea è ancora lui il più veloce tra le ruote veloci. E si afferma come il francese più vincente nella storia della corsa rosa.
C’era da sbaragliare ancor più concorrenza sull’arrivo: da Palmi, infatti, dove si è partiti, fino alla linea dell’arrivo, nemmeno un cavalcavia da sfruttare per provare a mettere fuori gioco un po’ di concorrenti. E così l’ordine d’arrivo è un po’ il Gotha degli sprinter di oggi giorno: Démare, si diceva, al primo posto, che batte Ewan di mezza incollatura e Cavendish in rimonta, forse partito un attimo troppo presto. Unico assente dal gran gala Gaviria, che rimane preso a sandwich tra due DSM, sta in piedi per miracolo e, più ancora che a Messina, taglia il traguardo sbraitando ed imprecando.

La guerra è arrivata anche a Scalea, perché anche qui – e non solo al Forte o in Costa smeralda – sarà dura rivedere la comunità di vacanzieri russi che aveva preso l’abitudine di villeggiare sul Tirreno, soppiantando quella campana cantata a suo tempo da Tony Tammaro.
Mentre si risale la Calabria – tutta o giù di lì – lungo una dirittura d’asfalto costretta tra le colline e il mare, ci fa compagnia Paolo Perri, che sa tanto di ciclismo (per la vittoria finale dice Carapaz) quanto di lotte popolari. Guida preziosa nella memora della Calabria e delle sue lotte, quando passa il Giro ci si dà il buon anno. Paolo racconta, mentre il gruppo attraversa il centro di Cetraro, di Giannino Lo Sardo, consigliere comunale comunista freddato da due killer dopo una seduta del consiglio comunale del 21 giugno dell’80, nella quale aveva denunciato per l’ennesima (che sarà poi l’ultima) volta l’intreccio tra malavita organizzata, politica ed economia. I mandanti i boss di quelle stesse cosche che poi gestiranno le “navi dei veleni”, una delle quali, la Jolly Russo, si arenerà sulla spiaggia di Campora nel dicembre del ’90. E racconta, sempre Paolo, del comune di Verdicaro, paesino arroccato sulla valle formata dalla confluenza dell’Abbatemarco e l’Argentino, la cui politica visse una singolare stagione tra il ’75 ed il ’77 quando le elezioni furono stravinte da Lotta Continua. Sarà sindaco Felice Spingola, che poi bisserà il mandato negli anni ’80 da indipendente del Pci e ripeterà infine tra il 2009 e il 2014.

Tempo e modo per parlare tra di noi non manca, che in corsa scappa tutto solo il piemontese Diego Rosa e nessuno che abbia il tatto, o quanto meno la buona educazione, di seguirlo. Così si fa tutta la statale da solo, prima che il gruppo rinvenga su di lui, senza nemmeno la carità di una curva, e verrebbe la voglia, come Paolo Conte, di invitarlo a bordo strada a bere un’aranciata.