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«A morte i traditori sul web». Kadyrov choc, Mosca tace

«A morte i traditori sul web». Kadyrov choc, Mosca taceIl primo ministro reggente ceceno, Kadyrov

Cecenia Le dichiarazioni del primo ministro reggente, nominato da Putin, contro «chi la pace tra le persone e chi e insulta il Corano». Da quando è al potere sta gestendo in stile mafioso la repubblica autonoma della Federazione russa

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 8 novembre 2019

Hanno provocato un vero e proprio choc le parole di Razman Kadyrov, primo ministro reggente ceceno, con cui invita a uccidere chi su internet crea discordia tra il suo popolo e non rispetta le leggi coraniche. Bbc Russia ha pubblicato ieri un video girato qualche giorno fa in cui Kadyrov afferma: «Se non fermiamo, uccidendoli, perseguitandoli e spaventandoli, coloro i quali violano la pace tra le persone, che sono impegnati a fare pettegolezzi, che insultano il Corano, non ne verremo fuori».

Così il leader della piccola repubblica autonoma musulmana della Federazione russa ha proposto ai partecipanti di un incontro del governo sulle piccole e medie imprese, di punire chi semina discordia sui social.

«Ma quale legge? Legge, costituzione, democrazia: questa è roba per gente per bene. Tutto il resto, truffatori, traditori e schizofrenici, sono robaccia che dobbiamo estirpare», ha proseguito il rais. Che ha anche lanciato la sua fatwa contro coloro che sarebbero manovrati da oscure forze occidentali.

«Lasceremo davvero stare la persona che ci hanno toccato nell’onore? Lo giuro per il santo Corano, non lo permetteremo!». Secondo Kadyrov, «gli schizofrenici e i provocatori agiscono secondo istruzioni dei servizi segreti occidentali, cercando di creare in particolare un’immagine negativa della Cecenia».

Ha anche invitato «il dipartimento degli affari interni, i servizi speciali, tutte le organizzazioni giovanili a unirsi per combattere i commentatori sulla rete che offendono l’onore e la dignità», a organizzare la delazione di massa contro «i nemici di Dio».

Un appello che se fosse preso sul serio potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla vita sociale di una regione ancora segnata da illegalità generalizzate, micro-guerriglia diffusa, contrabbando di armi e stupefacenti. Il Cremlino da parte sua si è rifiutato di stigmatizzare le parole del leader ceceno.

Il portavoce ufficiale di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha affermato davanti ai giornalisti che a Kadyrov «come nel caso di tutti i leader regionali, deve essere mostrato rispetto». Per il funzionario del Cremlino inoltre la registrazione video della Bbc «non può essere considerata una fonte credibile».

Kadyrov era già passato tristemente alle cronache quando nel 2017 vennero denunciati dalle organizzazioni dei diritti umani russe persecuzioni, torture e assassinii di individui lgbt in Cecenia. In seguito all’esplosione della polemica Kadyrov aveva gettato altra benzina sul fuoco dichiarando che «i gay sono “non persone” che dovrebbero lasciare subito la Cecenia e trasferirsi nei Paesi bassi o in Canada».

Da quando è giunto al potere per nomina diretta del presidente russo, Kadyrov ha gestito in stile mafioso gli enormi flussi di denaro proveniente dalla Federazione per normalizzare l’esplosiva situazione sociale nella regione dopo la fine della seconda guerra cecena e imponendo nel paese la Shari’a, la legge coranica.

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