A Londra contro l’Ulez, Sunak stona col verde
Gran Bretagna Entrata in vigore, tra le polemiche, la tassa quotidiana di 12.50 sterline per poter accedere a tutta la zona di Greater London se si è alla guida di veicoli inquinanti. Mentre il governo vuole abolire le leggi per limitare l’inquinamento dei cantieri edilizi
Gran Bretagna Entrata in vigore, tra le polemiche, la tassa quotidiana di 12.50 sterline per poter accedere a tutta la zona di Greater London se si è alla guida di veicoli inquinanti. Mentre il governo vuole abolire le leggi per limitare l’inquinamento dei cantieri edilizi
Un passo avanti e due indietro: così il governo britannico procede nell’introduzione di politiche sull’ambiente che mitighino/posticipino/rallentino i disastri ecologici ormai in attesa dietro la prossima curva. Anche perché sono un arsenale politico per le future elezioni.
Ieri la tanto sospirata e vituperata Ulez, la tassa quotidiana di 12.50 sterline per poter accedere praticamente a tutta la zona di Greater London se si è alla guida di veicoli inquinanti, è entrata in vigore in mezzo alle polemiche (e a decine di atti vandalici ai danni delle telecamere di controllo). Contemporaneamente, il governo annunciava che alcune leggi volte a limitare l’inquinamento dei fiumi e dei mari causato dai cantieri edilizi dovranno essere abolite nel tentativo di costruire più case.
Il sindaco laburista Sadiq Khan, indiscusso artefice dell’estensione Ulez – riguardante i veicoli a benzina introdotti prima del 2005 non conformi alle normative sulle emissioni Euro 4 – ha cinguettato tutta la sua contentezza: «Ci siamo: in una mossa che vedrà altri cinque milioni di londinesi respirare aria più pulita, oggi l’Ulez si è espansa per coprire tutta Londra».
Ma che la misura avrà vita dura non sorprende: ieri un gruppo di qualche decina di dimostranti si è riunita a mezzogiorno di fronte a Downing Street per esprimere il loro malcontento, mentre durante la notte altri hanno danneggiato e distrutto in tutta Londra la tecnologia di rilevamento dell’annata del veicolo. Al travaglio si aggiunge il dissenso amministrativo dei council a guida conservatrice: alcuni di essi si sono rifiutati di introdurre per tempo la segnaletica che avvisasse dell’entrata in vigore dell’Ulez. Nei prossimi giorni si vedrà quanto simile resistenza passiva si rivelerà efficace.
Quello del sindaco è un gaudio ristretto in ogni caso: la lotta all’odiato balzello è stata fin troppo prevedibilmente fatta propria dai Tories di Rishi Sunak, che soffiano sul malcontento dei piccoli commercianti e professionisti, in buona sostanza costretti a comprarsi un’auto nuova senza ovviamente poterselo permettere. Unica agevolazione, un piccolo aiuto monetario di duemila sterline che sgorga direttamente dall’amministrazione municipale.
Secondo il bignami New Labour ormai consumato dal leader laburista Keir Starmer – anziché fornire politiche alternative a quelle, detestabili, degli avversari – l’avversione alla Ulez è stata la ragione principale per cui i laburisti hanno mancato di soffiare ai Tory il succulento collegio di Uxbridge (ex-Boris Johnson) nell’ultima, importante, tornata di elezioni suppletive, appena il mese scorso. E da quel momento, sulle politiche “verdi”, Starmer punta i piedi tanto quanto i conservatori.
Da uno come Sunak – che con i suoi suv e aerei privati inquina da solo probabilmente quanto una buona fetta della popolazione della capitale – è del tutto inutile aspettarsi sensibilità ecologiche particolari come quelle finte a suo tempo, e malamente, da David Cameron: puntuale, dunque, la decisione dell’attuale housing secretary, il sempiterno Michael Gove, di porre un freno alle succitate normative antinquinamento dei fiumi, risalenti a quando il paese era ancora parte dell’Unione europea: farebbero da ostacolo alla costruzione di centomila nuovi alloggi urgentemente necessari.
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