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A Lampedusa è record di sbarchi: 68 in poche ore

A Lampedusa  è record di sbarchi: 68 in poche ore

Sull’isola sono arrivate 2.500 persone. Il sindaco: situazione «insostenibile, intervenga la Difesa». Ma il governo prende tempo

Pubblicato circa un anno faEdizione del 13 settembre 2023

Anche nella disperazione può esserci un ordine. Basta vedere i barchini che si avvicinano lentamente alle coste di Lampedusa allineandosi uno dietro l’altro davanti al molo Favaloro. Sono tutti pieni zeppi di migranti ma non si sentono grida, non ci sono gesti scomposti, non c’è nessun arrembaggio verso la terra ferma. Casomai stanchezza, quella sì, insieme al sollievo per essere riusciti ad attraversare il Mediterraneo ed essere ancora vivi. Quindi chi è a bordo di queste piccole imbarcazioni aspetta con ordine che arrivi il suo turno per sbarcare.

Dopo cinque giorni di tregua dovuti al maltempo adesso sono centinaia le persone che col passare delle ore si ammassano sul molo della più grande delle isole Pelagie. Una moltitudine tale di uomini, donne e bambini che perfino i lampedusani, che pure negli ultimi quindici anni ne hanno visti tanti arrivare e tanti morire, restano a bocca aperta davanti al numero crescente di sbarchi. «U mare chinu c’è», il mare è pieno, commenta qualcuno guardando incredulo quanto accade davanti ai suoi occhi. Quanti sono? Cento, duecento, trecento, di più: in poche ore sull’isola sono arrivate più di 2.500 persone e gli sbarchi sono stati 68, tre in più rispetto a due settimane fa quando pure si era parlato di numeri da record. Tanti che nel pomeriggio il prefetto di Agrigento Filippo Romano si lascia andare a una facile previsione: «Entro questa sera gli sbarchi saranno un centinaio. La situazione è davvero drammatica», dice.

Per capire quanto abbia ragione basta guardare il mare. Volontari, uomini della Croce rossa e delle forze dell’ordine non fanno in tempo a soccorrere quanti si trovano sul molo che all’orizzonte ecco avanzare un’altra fila di barchini. In tanti sono riusciti ad arrivare in maniera autonoma, ma per molti c’è il sospetto che dietro ci sia una nave madre che, una volta giunta a poche miglia dalla coste, travasa i migranti sui barchini lasciandoli andare. Una situazione che il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino definisce ormai «insostenibile». «Serve che intervenga la Difesa – aggiunge -. Faccio appello al presidente Meloni e a tutto il governo italiano affinché si adottino provvedimenti di urgenza».

L’impressione è che per ora Mannino e i lampedusani dovranno accontentarsi delle solite rassicurazioni. Svanite ormai da tempo le promesse di mettere fine agli sbarchi, senza risultati l’accordo siglato con la Tunisia per fermare le partenze (il paese nordafricano resta il principale punto di partenza dei migranti), adesso da Roma si chiede tempo. E’ quello che fa, ad esempio, Matteo Piantedosi. «Questo governo si ripromette di limitare o interrompere quanto prima il flusso dei migranti, specialmente dal Nord Africa attraverso soluzioni stabili e durature. Questo è il primo obiettivo», ripete per l’ennesima volta il ministro dell’Interno. Che però aggiunge: «Ma proprio perché vogliono essere stabili e durature queste iniziative richiedono tempo».
Non verranno portati invece a Lampedusa gli 800 migranti tratti in salvo ieri dalla nave Diciotti della Guardia costiera. Nell’hotspot dell’isola ieri erano invece presenti circa 2.800 persone.

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