Il Comune di Genova stanzia 1.750.000 euro per la sistemazione del sacrario per i caduti della Repubblica Sociale Italiana. Ad accorgersi della cosa, nascosta tra le migliaia di pagine del bilancio di previsione, sono stati i consiglieri di opposizione. «Disgusta vedere nel bilancio quasi 2 milioni di euro stanziati per commemorare rastrellatori, fucilatori di partigiani e persecutori di ebrei», dice il capogruppo del Pd Simone D’Angelo. Anpi e Cgil hanno poi chiesto al sindaco Marco Bucci di ritirare quel provvedimento. Il vicesindaco Pietro Piciocchi ha però corretto il tiro: nessuna volontà di restauro, ma «un evidente errore nella dicitura: a essere sistemato è un muro di contenimento di 30 metri che sorregge il reparto israelitico, Genova è fortemente antifascista e non ci sono dubbi su questo».

Le sue parole però non sono bastate a spegnere la polemica. Così Andrea Orlando alla Camera: «È un insulto alla decenza, una provocazione e un oltraggio alla storia della città».
A Ravenna, intanto, nel giorno della celebrazione dell’anniversario della liberazione della città dal nazifascismo, all’Anpi locale è stato impedito di depositare la propria corona di fiori. «Un grave errore», ha detto il sindaco Michele Di Pascale. «Non so come questo sia potuto accadere, ma è oggettivamente un grave errore e, al di là delle responsabilità e delle motivazioni, che accerterò di persona, posso garantire che un episodio del genere non succederà mai più».

La decisione, sostiene in presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, «sembra sia stata presa perché così prevede il nuovo cerimoniale voluto dal governo». Il prefetto, a fine giornata, si è scusato con l’associazione dei partigiani e ha parlato di «un disguido». Il leader di SI Nicola Fratoianni ha commentato i fatti di Genova e di Ravenno facendo presente che «se a destra qualcuno pensa di riscrivere la storia del nostro Paese in questo modo si sbaglia di grosso».