Otto anni sono passati da quel 25 gennaio con l’ultimo messaggio dal cellulare alle 19.41 e poi la sparizione, ma Giulio c’è e continua a fare cose. E Fiumicello c’è: di nuovo il paese di Giulio si riempie di una folla partecipe e determinata. Giovani, anziani, bambini per dire che non dimentica e che ancora vuole giustizia e che sia anche giustizia per tutti, che sia rispetto dei diritti di tutti. Un anniversario, in questo 2024, con la speranza nuova di un processo che finalmente si farà, un passo in avanti dopo anni di muri che sembravano invalicabili. La Corte costituzionale aveva dato il via libera al processo e il 4 dicembre scorso il rinvio a giudizio dei quattro 007 egiziani con la mamma di Giulio, Paola Deffendi, che quasi sorrideva: «Ringraziamo tutti. Oggi è una bella giornata». E c’erano tante rose gialle intorno a lei e lo striscione e le sciarpe perché da subito c’era stata tanta solidarietà.

IL 20 FEBBRAIO in Corte d’Assise a Roma ci sarà la prima udienza, risuoneranno nell’aula i nomi dei quattro agenti segreti egiziani accusati di avere sequestrato torturato e ucciso Giulio: Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abedal Sharif.
Una giornata con tante iniziative cominciata alla mattina con i bambini e i ragazzi delle scuole fino al ritrovo serale in Piazzale dei Tigli con il Governo dei Giovani, quello di cui tanti anni fa anche Giulio fu Sindaco, e il flashmob «Tutti i nodi vengono al pettine» con matasse di filo giallo che si srotolano tra tante mani, anche quelle di Irene, la sorella di Giulio e grandi pettini che intercettano nodi e li spingono via.

Alle 19.41 il minuto di silenzio con centinaia di fiaccole gialle alzate verso i cielo, gli occhi fermi di mamma Paola e il viso di papà Claudio che fissa la candela accesa che tiene tra le mani. Poi la folla si muove da via Gramsci verso la Palestra di pattinaggio percorrendo la «Camminata dei diritti» lungo le strade che, accanto al proprio nome, portano quello di un diritto, da quello allo studio al gioco, per riaffermare il valore imprescindibile del rispetto dei diritti umani, delle differenze culturali, della libertà.

NELLA PALESTRA una intensa serata di «Parole, immagini, musica per Giulio» con tantissime presenze e tanti interventi: la scorta mediatica per Giulio voluta da Articolo 21 e molti altri giornalisti con i presidenti dell’Ordine e della Fnsi, l’ex presidente della Camera Roberto Fico vicino da sempre alla famiglia e alla causa e ancora artisti da Lella Costa a Ottavia Piccolo. Qualche contributo dallo schermo con i video di Pif e di Andrea Pennacchi, il pianoforte ad accompagnare i nove elementi dell’ensemble vocale NuVoices Project.

TANTI nella palestra di Fiumicello, ma anche a seguire la diretta streaming: il popolo giallo c’è e continua a chiedere che si faccia giustizia, almeno quella delle aule di giustizia per Giulio. Anche i genitori sono nella palestra con la loro legale Alessandra Ballerini: è soprattutto loro la determinazione che ha tessuto questo percorso lungo otto anni. Sono qui a ricevere l’ennesimo abbraccio e per abbracciare tutti quelli che sono stati al loro fianco, lo sono ancora e certo lo saranno anche domani, tutti quelli che si sono fatti carico di questa battaglia perché vincano i diritti, perché Giulio e i tanti Giulio del mondo siano più importanti del profitto. Il prossimo appuntamento è a piazzale Clodio il 20 febbraio dietro lo striscione giallo che è il simbolo di una battaglia che dura da otto anni.