Rimandato più volte per il Covid, a quattro anni dal precedente incontro all’ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli (aprile 2018) si svolge a Torino il X Congresso di Medicina democratica (13-16 ottobre, Centro Studi Sereno Regis, in via Garibaldi 13). Il titolo del nuovo incontro nazionale del Movimento di lotta per la salute fondato nel 1976 da Giulio Maccacaro e dal Gruppo di Prevenzione ed Igiene Ambientale del Consiglio di Fabbrica della Montedison di Castellanza è «Pandemia ultima chiamata: tutela dell’ambiente e della salute strumenti e iniziative per una salute di tutte/i».

Mentre l’ultimo rapporto Onu (settembre 2022) sull’indice di sviluppo umano registra per la prima volta una riduzione degli standard per due anni consecutivi (2020 e 2021) – un «immenso declino» per il 90 % degli abitanti del pianeta, Stati Uniti compresi, la cui attesa di vita, l’istruzione e il Pil pro capite sono tornati al 2016 – come tradizione per Medicina democratica il Congresso è occasione di approfondimento delle politiche di intervento scientifico, sociale e culturale a tutela della salute mirate all’estensione del servizio sanitario pubblico e universale, alla difesa dell’ambiente nei luoghi di vita e di lavoro e all’affermazione dei diritti, in particolare quelli connessi a tre leggi fondamentali approvate nel 1978: la Riforma istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, la Legge Basaglia sulla malattia mentale e la Legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza.

Le prime sessioni saranno dedicate a salute e diritti e salute e ambiente con interventi di rappresentanti delle associazioni sindacali e studiosi di diritto costituzionale, per ristabilire la priorità del diritto alla salute in confronto ai vincoli di spesa posti dalle agende economiche e il rispetto del mandato di partecipazione democratica per la gestione delle strutture sanitarie e per la tutela della salute pubblica.
La questione della partecipazione sarà discussa anche in relazione al ruolo della popolazione e del territorio nella definizione di procedure e studi sull’impatto di grandi infrastrutture e grandi opere – come (non) accade per esempio a Taranto con l’ex Ilva, in Sardegna con la fabbrica delle bombe Rwmfas di Domusnovas o in Val di Susa dove al Tavolo di Pilotaggio per la Valutazione di Impatto Sanitario (Vis) dei cantieri della Nuova Linea Alta Velocità Torino Lione è ammesso un solo unico delegato in rappresentanza dei 30 comuni i cui territori sono interessati nel progetto.

Sarà anche discusso il ruolo di Medicina Democratica nel sostegno di lavoratori e cittadini in iniziative locali di tutela della salute e dell’ambiente, come accaduto nei casi di esposizione all’amianto (processi Eternit e Eternit-bis di Casale Monferrato e Cavagnolo, Pirelli, Monte-Fibre di Verbania-Pallanza, Enel di Chivasso, Isochimica di Avellino) e per la contaminazione da Pfas (Sostanze Per-Fluoro Alchiliche) in Veneto (Miteni di Vicenza) e allo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo (Al), un caso di studio internazionale che vede interessati l’università di Liegi e giornalisti e documentaristi belgi.
Approfondimenti saranno dedicati anche a una visione critica della transizione ecologica e all’individuazione di azioni e contenuti per la riconversione delle produzioni energetiche e no e dei consumi, con interventi dei ragazzi di Fridays for Future e della Società internazionale dei medici per l’ambiente (Isde).

La drammatica situazione della Sicurezza sul Lavoro sarà discussa con interventi della Rete Nazionale Lavoro Sicuro e dell’associazione “Il Mondo che Vorrei” nata dopo la strage alla stazione di Viareggio del 29/6/ 2009, e con rappresentanti delle associazioni di vittime dell’amianto, focalizzando la correlazione fra stragi sul lavoro, crisi ambientale e insicurezza sociale. Sottolineando anche le storture dei progetti di alternanza scuola lavoro che hanno portato a gravi incidenti e morti bianche di studenti giovanissimi.
Un’ampia sessione sarà sulla salute mentale tra prevenzione e gestione assistenziale con sguardo sulla realtà italiana del dopo riforma con prospettiva inclusiva, evidenziando le relazioni fra pazienti mentali e altri tipi di emarginazione e reclusione – come per i migranti e il loro diritto alla salute negato nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr), di cui le organizzazioni per i diritti umani chiedono la chiusura per le condizioni di degrado e l’eccesso di durata delle reclusioni.

* Direttore del gruppo di redazione di Medicina Democratica