Visioni

A Cinéma du Reél il racconto della realtà

A Cinéma du Reél il racconto della realtà

Cinema Il programma del Festival parigino che celebra i primi quarant'anni di vita. Concorso internazionale e francese, il focus «Per un altro 68»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 20 marzo 2018

Cinéma du Réel, il festival parigino del documentario celebra con l’edizione 2018 (23 marzo -1 aprile) un doppio anniversario: i primi quarant’anni di vita e i cinquanta dal ’68 a cui è dedicata la retrospettiva (a cura di Federico Rossin) col titolo, un po’ provocatorio (considerando le numerose celebrazioni in corso), Per un altro 68. L’edizione numero 40 segna anche l’esordio della nuova direzione di Andrea Picard – che succede a Maria Bonsanti – curatrice nel Toronto Film festival della sezione di ricerca (e di crossover) Wavelenghts, la cui specificità di contaminazione tra i generi e le arti sembra attraversare questo programma della rassegna francese.

Film dunque ma anche installazioni di artisti che lavorano sul confine delle immagini in movimento come Lyle Ashton Harris,fotografa, videasta, performer che nella sua opera esplora la relazione tra dimensione intima e politica, di cui viene presentata l’installazione Once (Now) Again.
Slidelenght è invece il titolo dell’installazione di Michael Snow, un lavoro che dialoga con il suo film, un classico dell’avanguardia, Wavelenght (1967), composto da una serie di diapositive (80) in 35 millimetri. In collaborazione col Musée de la Chasse et de la Nature vengono presentati, come installazione, due film di Jeroen Eisinga, Springtime (2010- 2011) e Nightfall (2018).

Undici i titoli della competizione internazionale (nessun italiano), tra cui L.Cohen di James Benning (presentato anche in forma di installazione all’ultima Berlinale nel Forum Expanded), un paesaggio americano (siamo in Oregon) e una riflessione potente (con omaggio alla musica di Leonard Cohen) sul guardare e sull’ascolto.

Minatomachi è il nuovo film del documentarista giapponese Kazuhiro Soda, bianco e nero, la vita quotidiana di un piccolo villaggio di pescatori in Giappone (dove Imamura aveva girato due film) che sembra destinato a scomparire coi suoi ormai anziani abitanti.E ancora Zentralflughafen – THF, la vita nell’aereoporto Tempelhof, voluto da Hitler,oggi divenuto un centro di accoglienza per i migranti.

Undici anche i titoli nel concorso francese, da Western, famille e communisme di Laurent Krief, un film di vacanze che diviene una riflessione sul cinema politico. A The Image You Missed di Donal Foreman, l’incontro a distanza tra un figlio e un padre, che unisce le immagini del regista (il figlio) a quelle di Arthur MacCaig (il padre), un archivio che riunisce moltissime immagini della guerra nell’Irlanda del nord. Apertura con La Telenovela Errante, il film cileno «ritrovato» di Raul Ruiz e Valeria Sarmiento.

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