Il ritorno al passato della Grosse Koalition. Tre settimane dopo il voto socialisti e democristiani firmano il patto di 135 pagine per governare insieme la capitale i prossimi cinque anni.

Termina così il breve e controverso negoziato tra Franziska Giffey, sindaca uscente della Spd sconfitta dalla ripetizione delle elezioni Comunali, e il leader della Cdu, Kai Wegner, vincitore delle urne che hanno capovolto il risultato del 2021. Se non ci saranno intoppi verrà nominato borgomastro già il prossimo 26 aprile

Tramonta per sempre lo storico esperimento politico della coalizione rosso-rosso-verde, ovvero il modello di città sociale, sostenibile e inclusiva costruito da Spd, Verdi e Linke a partire dal 2016. Il nuovo programma di Giffey e Wegner intitolato «Il Meglio per Berlino» è un concentrato di “Law and Order” e misure che appaiono scritte ad hoc per smantellare il sistema di trasporto pubblico, vanto della città.

Nell’accordo social-democristiano ben sei pagine sono occupate dal capitolo sicurezza. Al primo posto c’è il rafforzamento dei poteri della Polizei: d’ora in poi gli agenti avranno in dotazione il famigerato taser, potranno accendere le bodycam anche dentro le abitazioni private e pure arrestare preventivamente gli ultras delle squadre di calcio e gli attivisti per il clima che minano l’ordine pubblico, grazie all’allungamento della detenzione preventiva fino a 5 giorni.

Segue il congelamento dell’espansione della rete del tram fino a Potsdamer Platz, voluto dal leader Cdu in nome del principio «La strada serve alle auto, le rotaie corrano sottoterra». Sempre Wegner ha imposto a Giffey anche la dedica di una piazza in una zona centrale di Berlino all’ex cancelliere Helmut Kohl, protagonista della riunificazione fra Est e Ovest.

Come sempre per la ratifica definitiva del patto fra Spd e Cdu bisognerà aspettare il voto degli iscritti cui spetta la parola finale. Non sarà una pura formalità, almeno in campo socialdemocratico. La Cdu prevede un congresso straordinario fra i delegati dopo il 23 aprile, che è il giorno scelto dalla Spd per consultare la propria base tutt’altro che unita. Fermamente contrari all’accordo sono gli Jusos (i Giovani Socialisti) che ieri hanno accusato la sindaca Giffey di aver «barattato la propria sopravvivenza politica». Ma è sul piede di guerra anche la base Spd di Neukölln, il quartiere che esprime la sezione dove è iscritta la borgomastra. Paradossalmente proprio il popolare rione abitato in prevalenza da famiglie di origine turca è stato preso da campione da estendere al resto della capitale.

È il «Modello Neukölln» basato sulla «repressione del degrado»; voce in cui finisce di tutto: dalle finestre rotte delle case abbandonate (come da omonima teoria made in Usa) al piccolo mobilio e capi di vestiario usati che i berlinesi riciclano tra di loro sui marciapiedi, fino al «disagio» dei giovani emarginati che campano solo di sussidi pubblici. A proposito di piazze, esattamente a Neukölln c’è quella dedicata alla giudice del tribunale minorile Kirsten Heisig, madre della “giustizia veloce” che a Berlino consente di processare i delinquenti minorenni entro tre giorni.

«Altro che la città della diversità del primo governo Giffey». A sottolinearlo sono Verdi e Linke che a fine mese passeranno ai banchi dell’opposizione. Secondo i primi, con il timone del governo nelle mani di Kai Wegner verrà «archiviata la svolta ecologica e gli obiettivi climatici», per la Sinistra invece è «a rischio l’ombrello sociale pubblico», i fondi per la cultura, ma anche la norma contro il razzismo delle forze dell’ordine che a Berlino impedisce il racial profiling.