Al cancelliere Olaf Scholz mancava giusto la grana della dei trattori. Contadini inferociti per il taglio dei sussidi al diesel agricolo, provocato dal pasticcio contabile del suo governo condannato dalla Corte di Karlsruhe a rimettere nel fondo-pandemia i 60 miliardi di euro illegalmente inseriti nel bilancio 2024, sono “calati” ieri in massa a Berlino.

Il primo problema per il leader Spd è che appare complicato bollare la protesta come un moto politico (solo) della destra, nonostante la Deutscher Bauernverband, la maggiore associazione del settore che riunisce il 90% delle 300 mila imprese agricole nazionali, giri indubbiamente nell’orbita della Csu: ad appoggiare la manifestazione di ieri sono stati anche i socialdemocratici del Brandeburgo, il Land “contadino” che circonda Berlino.

Il secondo guaio per il cancelliere è che il finanziamento del settore agricolo – già schiacciato dalla concorrenza al ribasso rappresentata dai prodotti della vicina Polonia (a sua volta investita dal dumping del made in Ucraina) – verrà alleggerito di ben 1 miliardo rispetto a quanto previsto prima della sentenza dell’Alta Corte.

Troppi, deve ammettere perfino il ministro dell’Agricoltura dei Verdi, Cem Özdemir, invitato dal capo della “coldiretti” tedesca a spiegare di persona ciò che neppure lui riesce a giustificare. «Mi rendo conto che siete venuti a Berlino con molta rabbia» esordisce la voce del governo, incassando i fischi di buona parte dei 7.000 agricoltori provenienti da ogni angolo della Germania, molti arrivati a bordo dei 1.750 trattori parcheggiati nell’interminabile fila lungo il Tiergarten.
«Non credo a tagli di questa portata. Sto lottando con forza dentro alla coalizione per garantire che non si verifichino in questa misura» prova a dire Özdemir. Riesce a terminare il suo intervento dal palco della Deutscher Bauernverband montato sotto la Porta di Brandeburgo solo dopo l’appello a «portare rispetto» del presidente dell’associazione, Joachim Rukwied.

«A gennaio ci vedrete ovunque nel Paese, come non avete mai sperimentato prima, se la proposta irragionevole non viene ritirata ora» tuona subito dopo il leader degli agricoltori tornato alla modalità delle cannonate ad alzo-zero.

Con il traffico di Berlino ieri paralizzato dai suoi trattori, la minaccia suona realistica per il governo Scholz. Giusto per misurare la forza del Deutscher Bauernverband: ieri il limite di mezzi ammessi alla manifestazione fissato dalla polizia non avrebbe dovuto superare quota 1.000 e invece se ne sono contati quasi il doppio.

Oltre al taglio del sussidio per il diesel sarà abolita anche l’esenzione della tassa sui veicoli agricoli: 480 milioni di euro che adesso servono come il pane al governo per coprire i buchi di bilancio non completamente sanabili dall’extra-budget pari a 45 miliardi varato pochi giorni fa. «I tagli colpiscono duramente tutte le zone rurali. Ma innanzitutto la Germania Est» fa notare Erik Stohn, deputato Spd nel Parlamento del Brandeburgo. È il terzo grande problema politico per Scholz.