Sono 90 i droni kamikaze iraniani in dotazione all’esercito russo che si sono abbattuti sull’Ucraina nelle prime ore del 2024. A Odessa, il comandante dell’amministrazione militare regionale Oleh Kiper ha riportato la morte di un ragazzo di 15 anni, mentre altre sette persone sono rimaste ferite. Il primo giorno dell’anno è stato anche attraversato da accuse reciproche: nella regione occupata del Donetsk, ha denunciato il governatore filorusso Denis Pushilin, gli attacchi ucraini hanno fatto quattro morti – fra cui ci sarebbe anche un giornalista – e 14 feriti. Una vittima anche nella città russa di confine di Shebeniko.

Contro gli attacchi dell’esercito di Kiev – che sabato ha condotto su Belgorod l’attacco più letale dall’inizio della guerra in territorio russo: 25 morti e 100 feriti – si è scagliato Vladimir Putin in persona durante un incontro di inizio anno con il personale militare nelle vicinanze di Mosca. «Nessun crimine contro i civili resterà impunito» ha detto il presidente che ha definito il bombardamento ucraino un «atto terroristico». E ha subito minacciato la rappresaglia: «Intensificheremo gli attacchi», ha detto, specificando che la Russia starebbe colpendo solo «infrastrutture militari» («Lo stiamo facendo oggi, lo faremo domani, e continueremo a farlo»). Propaganda in netto contrasto con le notizie che arrivano da Kiev, dove ieri le operazioni di soccorso hanno recuperato da sotto le macerie altri otto cadaveri dopo il bombardamento a tappeto di venerdì durato diciotto ore: il bilancio delle vittime è così salito a 49.

Durante il suo discorso, il presidente russo ha anche affermato che la guerra sta volgendo in favore di Mosca, che desidera vederne la fine ma alle proprie condizioni, e che l’Occidente si serve dell’Ucraina per «risolvere i propri problemi» e rappresenta l’ostacolo principale alla pace.

Nel corso dei bombardamenti di ieri è stato anche colpito un museo a Leopoli, dedicato al nazionalista ucraino Roman Shukhevych, e degli edifici universitari nella cittadina di Dubliany.

Nel suo discorso di fine anno, il presidente Volodymyr Zelensky ha invece annunciato un netto aumento nella produzione locale di armi, promettendo che verranno costruiti «almeno un milione di droni».