Da Vladimir Putin era legittimo aspettarsi un discorso intenso come quello pronunciato mercoledì dalla solitaria residenza di Novo Ogarevo. Allora aveva detto che il popolo russo sarebbe sempre stato in grado di distinguere i veri patrioti dalla feccia, e di sputare fuori questi ultimi come si fa con i moscerini che entrano accidentalmente in bocca. Ma di fronte ai novantamila cittadini radunati allo stadio Luzhniki di Mosca per celebrare quello che il lessico di stato considera il ritorno di Crimea e Sebastopoli alla madrepatria, e in fin dei conti per mostrare al mondo che la nazione segue il presidente senza...