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60 colpi di pistola. La polizia Usa uccide l’ennesimo ragazzo nero

60 colpi di pistola. La polizia Usa uccide l’ennesimo ragazzo nero

Stati uniti Manifestazioni di protesta a Akron, in Ohio, dopo la pubblicazione dei video della morte di Jayland Walker una settimana fa

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 5 luglio 2022

Oltre 90 colpi di pistola esplosi contro un ragazzo. Anche quando ormai era caduto a terra, subito dopo che otto agenti di polizia di Akron, Ohio, hanno aperto il fuoco su di lui mentre cercava solo di fuggire. In 60, dice il medico legale che ha esaminato il suo cadavere, lo hanno colpito. I 13 video registrati dalle body cam dei poliziotti sulla scena restituiscono altrettanti punti di vista sullo spettacolo terrificante dell’omicidio di Jayland Walker, afroamericano di 25 anni.
È da quando i video sono diventati di dominio pubblico, domenica scorsa, che centinaia di persone di sono ritrovate per protestare davanti al comune della città per l’ennesimo omicidio, da parte della polizia, di una persona nera disarmata negli Stati uniti. Su molti dei loro cartelli e striscioni la scritta WeAreDoneDying: siamo stufi di morire.

LA MORTE DI WALKER però risale a lunedì 28 giugno, quando verso mezzanotte e mezza la polizia ha cercato di fermare la macchina di cui era alla guida – ha spiegato domenica nel corso di una conferenza stampa il capo della polizia di Akron Stephen Mylett – per una non meglio precisata infrazione stradale. Il ragazzo, senza precedenti penali, ha tirato dritto, scatenando una caccia all’uomo, anch’essa ripresa dalle telecamere dei poliziotti, tale da far pensare che alla guida ci fosse un pericoloso evaso. Per cercare di suffragare la teoria della «minaccia» per gli agenti, la polizia ha diffuso anche i video ripresi dalle telecamere stradali in cui si vedrebbe un lampo uscire dalla macchina di Walker, che loro sostengono fosse un colpo di pistola.

E UNA PISTOLA è stata poi ritrovata sul sedile del guidatore della sua auto, ma come ha spiegato il legale della famiglia Walker Bobby DiCello non c’erano proiettili al suo interno, e il caricatore ritrovato a fianco all’arma era pieno. Quando è sceso dalla macchina per fuggire a piedi, con un passamontagna sulla testa, Walker era disarmato. Ha fatto solo pochi passi prima che gli otto poliziotti – ora in congedo amministrativo pagato – lo crivellassero di colpi senza fermarsi neanche quando ormai era a terra completamente inerme, con il corpo che sussultava a ogni nuova scarica. Lo hanno poi ammanettato, come se fosse necessario, e hanno stabilito il decesso già nel parcheggio dove è avvenuta la sparatoria.

«VOGLIONO FARE DI LUI un mostro mascherato armato di una pistola», ha detto DiCello alla stampa, aggiungendo che in un incontro con la famiglia lo stesso capo della polizia ha detto di non aver visto prove che suggerissero una minaccia per le vite degli agenti che lo hanno ucciso. Parole che però Mylett non ha ripetuto nel corso della conferenza, limitandosi a osservare che i video sono stati «difficili da guardare» e «scioccanti». «La famiglia vi implora di restare pacifici», ha detto un’altra legale degli Walker, Paige White, rivolta ai manifestanti scesi nelle strade di Akron sotto l’egida della Naacp (National Association for the Advancement of Colored People). Ciò che tutti pensano lo ha espresso il presidente dell’associazione, Derrick Johnson: «Non era autodifesa, non si è trattato di un incidente dovuto alla concitazione del momento. È stato un omicidio. Quest’uomo nero è stato ucciso per una possibile violazione stradale. Una cosa che non succede alle persone bianche in America. Sappiamo che fermarsi a uno stop della polizia per noi spesso rappresenta una condanna a morte».
Sull’omicidio ora indaga l’Ohio Bureau of Criminal Investigation. Ma fino a domenica sera, una settimana dopo la sparatoria, a quanto riporta il Washington Post nessuno dei 13 agenti sulla scena aveva ancora rilasciato una dichiarazione agli inquirenti.

CHE LA MORTE di Walker non sia passata in sordina lo si deve anche a una legge approvata dal consiglio comunale di Akron appena un anno fa, quando ancora si discuteva con qualche speranza di riforma delle forze di polizia Usa: impone la diffusione dei video registrati dagli agenti in caso di uso della forza che risulti letale o ferisca gravemente delle persone. Entro 7 giorni: quelli che ci sono voluti per essere testimoni della morte di Jayland Walker, per la quale ieri Akron non ha celebrato il giorno dell’Indipendenza, ma ha scelto piuttosto di manifestare. Il sindaco democratico della città Daniel Horrigan aveva cancellato i festeggiamenti: «Questo non è il momento per una festa cittadina».

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