Ancora una volta l’Ucraina occidentale e quella centrale, dove si trova la regione di Kiev, si sono svegliate sotto gli attacchi russi rivolti alle infrastrutture civili: centri di distribuzione idrica e soprattutto centrali elettriche. Sono 36 i razzi russi lanciati nella notte di sabato secondo il presidente ucraino Zelensky: «L’aggressore continua a terrorizzare il nostro Paese». Una «raffica di missili», aggiunge su Twitter il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba: «Ne abbiamo intercettato una parte, gli altri hanno colpito gli obiettivi».

DALL’INIZIO della rappresaglia sono quasi un terzo – scrive la Bbc – le infrastrutture elettriche del Paese distrutte dai russi. 1.5 milioni di persone si trovano senza elettricità secondo un tweet della parlamentare ucraina Kira Rudik. Sempre su Twitter il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak accusa Mosca di colpire le infrastrutture civili per scatenare una nuova ondata di rifugiati verso l’Europa, e sostiene che l’unico modo per fermare «la catastrofe umanitaria» sia inviare «velocemente» a Kiev «altri missili e sistemi di difesa aerea» . Allarme rilanciato dal primo ministro ucraino Denys Schmyal in un’intervista con la testata tedesca Frankfurter Allgemeine: l’assenza di «elettricità, riscaldamento o acqua potrebbe innescare un nuovo Tsunami migratorio».

I DRONI KAMIKAZE impiegati negli attacchi russi continuano a essere al centro dello scontro diplomatico con Teheran, accusata dall’Ucraina e dall’Europa di aver fornito alle forze del Cremlino i suoi Shahed-136. Ieri il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani ha condannato l’appello di Gran Bretagna, Francia e Germania alle Nazioni unite affinché indaghino sul coinvolgimento di Teheran nella guerra in Ucraina, che definisce «falso e infondato». In una lettera all’Onu vista da Reuters, i tre paesi europei sostengono infatti che l’uso di droni è in violazione della risoluzione 2231 delle Nazioni unite che sosteneva l’accordo del 2015 sul programma nucleare iraniano. Il governo della Repubblica Islamica, si legge nel comunicato di Kanaani, «si riserva il diritto di rispondere a ogni azione irresponsabile».

SUL FRONTE SUDEST dell’Ucraina continua invece l’evacuazione di migliaia di persone da Kherson sempre sotto attacco ucraino. «Tutti i civili devono immediatamente lasciare la città» scrivono le autorità filorusse della regione in un comunicato diramato su Telegram, a causa «della situazione tesa al fronte, del crescente pericolo di bombardamenti massicci e la minaccia di attentati terroristici».
A Belgorod, città russa poco oltre il confine con l’Ucraina, il governatore regionale Vyacheslav Gladkov torna a denunciare degli attacchi che hanno fatto due vittime fra i civili e danneggiato le infrastrutture cittadine.

INTANTO, dopo la chiamata di venerdì fra il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il suo omologo Usa Lloyd Austin – di cui è trapelato ben poco oltre al fatto che si è discusso della guerra in corso – Washington torna a condannare Mosca: ieri il segretario di Stato Antony Blinken ha detto che gli Usa manterranno un canale aperto con la Russia, ma che la ripresa degli sforzi diplomatici dipende dall’interesse mostrato da Putin nel porre fine all’invasione. Per il momento però, osserva Blinken, è il contrario: «Osserviamo la Russia raddoppiare e triplicare la sua aggressione».
Parole di condanna sono state rivolte a Putin anche dal premier giapponese Fumio Kishida: l’uso di armi nucleari «sarebbe un atto di ostilità verso l’umanità intera».