L’ennesima strage ai danni dei civili si consuma all’alba di un giorno di svolta per la guerra in Ucraina. A Zaporizhzhia un attacco missilistico russo ha colpito un convoglio umanitario uccidendo 25 persone e ferendone altre 50.

Un bambino di 5 anni al momento è in sala operatoria nell’ospedale di Melitopol e rischia la vita a causa delle schegge che gli hanno perforato l’addome. Un altro, di 3 anni, ha perso entrambi i genitori che erano seduti sui sedili davanti. I civili, infatti, erano quasi tutti nelle proprie auto e aspettavano di attraversare i check-point armati per entrare nel territorio occupato dai russi a recuperare dei familiari rimasti oltre la linea del fronte e portare aiuti umanitari. È quanto si apprende dalle dichiarazioni del vice-capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Kyrylo Tymoshenko.

SECONDO FONTI MILITARI, i russi avrebbero usato missili antiaerei (i tristemente famosi S300), riadattati a ordigni da attacco. Il che generalmente ha due ragioni: da una parte lo stato maggiore russo dopo 7 mesi di guerra ha iniziato a essere a corto di missili di precisione a lungo raggio e ci vorrà del tempo prima di acquistarne o produrne altri, dall’altra tali missili sono dotati di cariche abbastanza potenti da creare ingenti danni. Tuttavia, la tesi principale delle autorità ucraine è che siano stati usati ordigni a frammentazione. L’impatto ha creato profondi crateri sull’asfalto danneggiando in modo significativo anche gli edifici vicini ma contemporaneamente ha fatto esplodere dovunque schegge e frammenti che hanno attraversato le lamiere dei veicoli uccidendo le persone in attesa.

Non è chiaro quale potesse essere l’obiettivo degli artiglieri di Mosca visto che il convoglio era stato sicuramente segnalato, altrimenti non avrebbe mai avuto il permesso di oltrepassare i posti di blocco.

Alcune agenzie di stampa riportano che i funzionari filo-russi di Zaporizhzhia hanno incolpato le forze ucraine per l’attacco, ma non hanno fornito alcuna prova.

Anche Dnipro è stata attaccata nuovamente e almeno 3 persone sono rimaste uccise nei pressi di un’infrastruttura dei trasporti pubblici mentre altre 5 sono rimaste ferite, ha fatto sapere il governatore regionale, Valentyn Reznichenko. Inoltre, l’aeronautica ucraina ha dichiarato che anche Mykolayiv e Odessa sono state prese di mira con i droni kamikaze forniti dall’Iran.

IL PRESIDENTE ZELENSKYY ha subito convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale a conclusione della quale ha scritto sul suo canale Telegram: «Il nemico infuria e cerca di vendicarsi della nostra fermezza e dei suoi fallimenti», aggiungendo la consueta minaccia: «Ne dovranno rispondere di sicuro; per ogni vita ucraina persa!».

Ma le dichiarazioni del presidente ucraino in serata sono state ben più incendiarie. Mentre a Mosca Putin e i 4 leader dei territori separatisti e occupati sancivano con una firma l’annessione alla Russia, Zelensky ha fatto sapere al mondo di aver presentato domanda di adesione alla Nato per il suo Paese. «Siamo già alleati di fatto» ha spiegato in un discorso video, «condividiamo gli stessi valori, ci fidiamo l’uno dell’altro, ci aiutiamo e ci proteggiamo a vicenda, de facto abbiamo già dimostrato la compatibilità con gli standard dell’Alleanza». quindi ora «l’Ucraina sta chiedendo di confermarlo de jure, con una procedura accelerata».

POCO DOPO SI È VENUTO A SAPERE che il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, avrebbe parlato dal quartier generale dell’Alleanza atlantica per delle «dichiarazioni urgenti». Ovviamente, la reazione immediata è stata di collegare questa dichiarazione ai proclami di Zelensky e alle eventuali conseguenze catastrofiche dell’ingresso di Kiev nella Nato per l’allargamento del conflitto. Stoltenberg, tuttavia, ha iniziato il proprio discorso dicendo che «la Nato non è in guerra, ma resterà al fianco dell’Ucraina affinché questa possa difendere il diritto all’autodifesa sancito dalla Carta delle Nazioni unite».

NIENTE AMMISSIONE LAMPO, quindi. Tuttavia, «la Nato è vigile e monitora da vicino quanto sta facendo la Russia; al Cremlino devono capire che una guerra nucleare non potrebbe mai essere vinta». A proposito dei referendum ha poi aggiunto «l’Ucraina ha il diritto di riprendersi i territori sottratti dalla Russia. È il motivo per cui la sosteniamo; l’annessione illegale della Russia non cambia niente in questo conflitto, né cambia la nostra posizione. Accettando l’annessione della Russia, accetteremmo le loro minacce e i loro ricatti nucleari, facendo esattamente il gioco del Cremlino».