Zelensky insiste: scudo anti-aereo e F16, come Israele
Crisi Ucraina In settimana è attesa la votazione alla Camera Usa sugli aiuti militari vitali per l’Ucraina. Dopo la risposta degli alleati a favore di Tel Aviv, Kiev chiede il coinvolgimento diretto dell’occidente. Ue e Gb: impossibile
Crisi Ucraina In settimana è attesa la votazione alla Camera Usa sugli aiuti militari vitali per l’Ucraina. Dopo la risposta degli alleati a favore di Tel Aviv, Kiev chiede il coinvolgimento diretto dell’occidente. Ue e Gb: impossibile
Senza i finanziamenti statunitensi la Russia vincerà la guerra. A dirlo è il presidente Zelensky che in un’intervista all’emittente Pbs si è spinto fino a dichiarare: «Vi dico francamente che senza questo sostegno non abbiamo alcuna possibilità di vincere». Intanto continuano gli attacchi di missili e droni russi, secondo l’aeronautica ucraina ieri si sono registrati danni in almeno sei regioni, tra cui Kherson, Mykolayiv e Dnipropetrovsk.
L’ATTACCO iraniano a Israele ha avuto importanti ripercussioni anche in Ucraina: ha dimostrato che un efficace sistema di difesa aerea, unito allo sforzo di alcuni tra gli eserciti più potenti del mondo, può davvero proteggere un territorio dalle minacce aeree. Secondo Tel Aviv «il 99%» delle testate iraniane è stato neutralizzato e questo dato ha spinto molti a fare paragoni, al netto dei 9 missili che sarebbero comunque riusciti a bucare lo scudo anti-aereo. Ma 9 su 350 sono comunque pochissimi, soprattutto se comparati alle decine di ordigni che ogni giorno esplodono in Ucraina. Ad esempio riguardo all’attacco che la scorsa settimana ha distrutto la più importante centrale idroelettrica dell’Ucraina centrale, Zelensky ha fatto sapere che «degli 11 missili russi diretti sulla centrale di Trypilska, ne abbiamo potuti abbattere 7; gli altri hanno colpito la centrale perché avevamo finito i missili destinati alla sua difesa».
L’interesse ucraino per queste cifre deriva da due questioni, al centro delle richieste di Kiev da mesi: strumenti di contraerea e F-16. Da un lato, infatti, Zelensky ha voluto sottolineare che Israele «da solo, non sarebbe in grado di proteggersi da un attacco così potente» riferendosi ai caccia statunitensi, francesi e britannici che hanno aiutato Tel Aviv. Dall’altro ha aggiunto: «Oggi il nostro rapporto di proiettili di artiglieria è di uno a dieci. Possiamo resistere? No». Interpellato sull’argomento, il portavoce del Servizio di Azione esterna della Commissione Ue, Peter Stano, ha obiettato che i parallelismi tra Ucraina e Israele sono fuori luogo. «Siamo consapevoli delle esigenze dell’Ucraina» ha detto Stano «ma alla fine la fornitura degli equipaggiamenti è una decisione degli Stati membri» e quindi, tra le righe, il leader ucraino sbaglia ad accusare la Ue. Un colpo ulteriore per le speranze ucraine è arrivato dal ministro degli wsteri britannico David Cameron, alleato di ferro di Kiev e tra i principali promotori del gruppo di contatto della Nato per l’Ucraina. Cameron ieri ha dichiarato alla radio Lbc che al momento è impensabile schierare aerei militari dell’Alleanza atlantica a difesa dell’Ucraina.
PUR AMMETTENDO che Londra ha abbattuto «un certo numero di droni» durante l’attacco iraniano, non si può «difendere lo spazio aereo allo stesso modo». «Impiegare effettivamente le forze Nato in conflitto diretto con le forze russe – ha detto Cameron – credo sarebbe un’escalation pericolosa».
ENTRO QUESTA settimana dovrebbe tenersi alla Camera Usa il voto sui finanziamenti straordinari proposti dalla Casa Bianca per sostenere l’Ucraina, Israele e Taiwan. Ogni volta che il voto è passato al Senato ed è arrivato alla camera per la revisione finale, i repubblicani, guidati dal trumpiano Mike Johnson, hanno bocciato il provvedimento chiesto da Biden a fine 2023. E quattro mesi di attesa al fronte hanno generato la situazione attuale in cui i russi martellano incessantemente e Kiev non può rispondere. Secondo la stampa Usa, stavolta Johnson ha intenzione di mettere al voto il pacchetto in versione separata: una consultazione per all’Ucraina, una per Israele e una per Taiwan.
NELL’ATTESA della ghigliottina della camera di Washington, Zelensky ieri ha firmato in via definitiva il disegno di legge che approva la nuova mobilitazione in Ucraina. I vertici di Kiev nel giro di pochi mesi sperano in almeno 200mila nuovi coscritti, per arrivare al doppio entro un anno. Di tutt’altro avviso gli analisti, che abbassano le stime a massimo 100mila e non senza difficoltà. Nel gruppo dirigente dell’esercito si è anche concluso l’ennesimo avvicendamento: ieri ha preso servizio come comandante del Comando operativo meridionale il generale di brigata Gennady Shapovalov che prende il posto di Andriy Kovalchuk
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