«Ci stiamo muovendo in una sola direzione – avanti e verso la vittoria». Il presidente ucraino Zelensky, giunto a sorpresa nella mattinata di ieri nella cittadina di Izium appena riconquistata dalle forze di Kiev, e distante solo 15 km dalla linea del fronte a est, ha parlato in tono ottimistico alle truppe delle sorti della guerra ormai in corso da 203 giorni.
Secondo Zelensky la controffensiva del suo esercito ha sinora liberato 8.000 km quadrati di territorio ucraino, ma mentre la giornata veniva scandita dalle foto di Izium quasi rasa al suolo il presidente si è anche soffermato sulla distruzione lasciata dai bombardamenti tutto intorno a sé: «La vista è scioccante, ma non lo è per me perché abbiamo visto le stesse immagini venire da Bucha, dai primi territori riconquistati. Gli stessi edifici distrutti, le persone uccise» ha detto riferendosi alla cittadina nella regione di Kiev dove sono state raccolte prove di crimini di guerra commessi dai russi.

PRIMA DI RAGGIUNGERE Izium Zelensky era passato anche da un’altra città liberata della regione di Kharkiv, Balakliia, dove ha conferito delle medaglie ai soldati che avevano contribuito alla riconquista della zona, e dove il ministero della Difesa di Kiev ha poi sostenuto su Twitter di aver scoperto le «stanze della tortura» impiegate dai russi durante l’occupazione – a corredo del post la foto di una cella buia con una preghiera in ucraino incisa sui muri.

MENO TRIONFALISTICO di Zelensky sull’avanzata è il presidente statunitense Biden: «È chiaro che gli ucraini abbiano fatto dei progressi significativi. Ma credo che sarà un processo lungo» ha detto alla stampa, annunciando anche un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina «nei prossimi giorni».
Ma su Twitter, dopo la visita a Izium, Zelensky ha ribadito il suo ottimismo sostenendo che la bandiera gialloblu presto sventolerà «in ogni città e paese dell’Ucraina». Nel frattempo su YouTube il suo consigliere Oleksiy Arestovych annunciava che le truppe di Kiev stanno ora attaccando Lyman, città nella regione di Donetsk attualmente sotto controllo di Mosca. Il governatore filorusso Denis Pushilin ha minimizzato l’impatto dell’avanzata ucraina, a suo dire contrastata con successo dalle truppe fedeli al Cremlino: «Al nemico non è riuscito nulla».

Ed è proprio dalle regioni a lungo contese di Donetsk e Lugansk che in giornata arrivano notizie di movimenti e offensive dell’esercito russo: martedì a Bakhmut 5 civili sono morti e 16 persone sono rimaste ferite in un attacco alle infrastrutture condotto «con carri armati, mortai e artiglieria» ha detto il governatore ucraino della regione Pavlo Kyrylenko, che su Telegram ha invitato i civili ad abbandonare la zona.

IL GOVERNATORE di Lugansk Sergiy Haidai riporta invece che nella sua regione non c’è più accesso a internet: «Un ordine delle autorità occupanti per garantirsi sicurezza e capacità di difesa», ha scritto su Telegram lasciando intendere che i russi temono un attacco imminente.
E mentre l’avanzata ucraina prosegue a nord est, continuano anche gli attacchi di rappresaglia delle forze di Mosca nel sud del Paese, da Mykolayiv dove il sindaco Oleksandr Sienkovych ha denunciato «bombardamenti massicci» nella notte anche su edifici residenziali, a Kryvyi Rih dove ieri pomeriggio otto missili russi hanno colpito le infrastrutture idrauliche causando l’innalzamento del fiume Inhulec. Anche nella regione di Zaporizhzhia continuano gli attacchi alle infrastrutture, come denuncia l’amministrazione locale che parla di una vittima e diversi feriti negli ultimi giorni.