Seconda udienza, secondo rinvio. Si è concluso così ieri nel tribunale per la sicurezza di Mansoura, la città natale di Patrick Zaki, il secondo atto del processo contro il giovane studente egiziano dell’università di Bologna. Il clima è un altro rispetto alla detenzione cautelare che lo ha tenuto prigioniero dal 7 febbraio 2020 alla scorsa estate: stavolta è un imputato e lo si capisce subito al suo ingresso in aula. Ammanettato, vestito con la tuta bianca dei detenuti egiziani, subito condotto nella gabbia insieme ad altri prigionieri. In aula erano presenti amici, giornalisti e rappresentanti diplomatici di Italia e Canada,...