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Weixin, i dati dei servizi «per sempre»

Weixin, i dati dei servizi «per sempre»Foto di un mandala tecnologico di Leonardo Ulian

Cina I cinesi si fidano per lo più dei propri prodotti e qualsiasi tentativo di ingresso nel mercato delle app al momento è di fatto sbarrato. Non solo, perché Wechat dimostra anche le rilevanza che oggi come oggi Pechino attribuisce ai dati

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 14 agosto 2016

Non è che Wechat (Weixin in cinese, ovvero letteralmente micro messages) è una app come Facebook, come Whatsapp, come Uber, come Skype, come Twitter, come Youtube, come Instagram, Periscope, eccetera.

È che proprio contiene tutto quanto conosciamo e usiamo ormai con una dimestichezza consueta e molto di più. La lista delle cose che fa Wechat può andare avanti «per sempre» ha specificato un video-servizio sul New York Times la scorsa settimana. Almeno 700 milioni di persone la usano. E in Cina ci fai di tutto: chiacchieri, paghi il taxi, ordini al ristorante, fai investimenti finanziari, prenoti hotel, consulti mappe. E via via che i bisogni aumentano, che le mode si solidificano, che nuove ne nascono, Wechat è lì ad aggiornarsi. Naturalmente ci si scambia anche messaggi, testuali e vocali, ci si chiama, ci si manda foto e video.

Weixin è nata nel 2011, l’ha prodotto la Tencent che già aveva creato QQ, lo strumento di messaggi istantanei più usato in Cina, una cosa simile al vecchio Msn. Il suo nome inglese è un re-branding proprio per arrivare al mercato internazionale, benché Weixin la faccia naturalmente da padrona in Cina, portando – all’epoca – a grandi incrementi di fatturato Tencent e più in generale spostando l’attenzione delle compagnie cinesi proprio sull’e-commerce.

Come giustamente hanno fatto notare molti media internazionali, qual è il problema – eventualmente – in tutto questo? È la mole dei dati che Wechat elabora e conosce di ognuno di noi, di ognuno di quelli che usano l’app. Quanti acquisti, dove, su che siti, con che metodo di pagamento, quali vacanze, i gusti. Si tratta di un segnale di natura duplice: da un lato Wechat dimostra le insidie dell’attuale mercato cinese, spesso sottovalutato per quanto riguarda le barriere all’entrata.

I cinesi si fidano per lo più dei propri prodotti e qualsiasi tentativo di ingresso nel mercato delle app al momento è di fatto sbarrato. Non solo, perché Wechat dimostra anche le rilevanza che oggi come oggi Pechino attribuisce ai dati.

Solo qualche anno fa il mercato cinese era un territorio sufficientemente vasto per operazioni di mass marketing sganciate da un’analisi attenta rispetto a segmentazioni e creazioni di cluster di mercato. Oggi anche Pechino comincia ad attribuire grande rilevanza ai dati, creandosi un vantaggio competitivo che al momento appare incolmabile.

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