Wärtsilä come Gkn: ricorso dei sindacati contro l’azienda
Lotta alle Delocalizzazioni Fim, Fiom e Uilm in tribunale per «comportamento antisindacale»: azienda scorretta. «Ma serve che il governo intervenga per garantire la continuità con tutti gli strumenti»
Lotta alle Delocalizzazioni Fim, Fiom e Uilm in tribunale per «comportamento antisindacale»: azienda scorretta. «Ma serve che il governo intervenga per garantire la continuità con tutti gli strumenti»
La battaglia sindacale contro la delocalizzazione della Wärtsilä diventa battaglia legale. Lo scontro tra la multinazionale finlandese – cristallizzata nella sua posizione di chiusura della sezione produttiva dello stabilimento di Trieste per trasferire l’attività a Helsinki – e i lavoratori, sostenuti dall’intera città, già alle prese da anni con la deindustrializzazione – sale di livello. I sindacati locali di categoria Fim, Fiom e Uilm hanno reso noto di aver depositato mercoledì in Tribunale un esposto contro l’azienda per comportamento antisindacale. Allo stesso modo di quanto fatto per la delocalizzazione della Gkn di Campi Bisenzio l’anno scorso, quando il giudice del lavoro diede ragione ai sindacati.
SEBBENE IL RICORSO NON POTRÀ incidere sulle strategie del gruppo finlandese – la magistratura non ha il potere di condizionare le scelte economiche e aziendali – ma se il giudice dovesse trovare fondate le ragioni del sindacato potrebbe rivelarsi un duro colpo per i finlandesi. Se venisse riconosciuto il comportamento antisindacale, potrebbe bloccarsi la procedura dei licenziamenti e aprirebbe una trattativa, esattamente come successo per la Gkn. In questo modo sindacati e lavoratori guadagnerebbero come minimo tempo, quello necessario a trovare una soluzione alternativa per la reindustrializzazione dell’area.
In più il ricorso potrebbe strappare a Helsinki qualche beneficio, incrinando quel granitico esubero fissato il 14 luglio scorso di 450 addetti (più 400 nell’indotto) sui circa 970 occupati dell’impianto.
«IL RICORSO DEPOSITATO da Fim, Fiom, Uilm per attività antisindacale conferma la determinazione del sindacato di contrastare, anche per via legale, la scelta scellerata della multinazionale di dismettere la produzione di motori e avviare il licenziamento di quasi 800 lavoratori diretti e degli appalti – dichiarano Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom e Marco Relli, segretario Fiom di Trieste – . Si tratta di una iniziativa importante che mira a smascherare le violazioni della multinazionale ed impedire i licenziamenti. Tocca adesso anche al governo fare la propria parte: convochi rapidamente i sindacati per garantire la continuità produttiva e occupazionale, usando anche gli strumenti pubblici di cui dispone. Chiediamo anche alle istituzioni locali di intervenire per una rapida convocazione», concludono Trevisan e Relli.
I SINDACATI HANNO RIVELATO di aver dovuto superare molti ostacoli per raccogliere materiale probante per intentare l’offensiva giudiziaria, che è relativa ai comportamenti tenuti dall’azienda nel 2021 e 2022. L’azienda finlandese non è nota per violazioni e gli stessi sindacalisti hanno riconosciuto che fino a un certo momento le relazioni sono state molto corrette, poi d’improvviso qualcosa è cambiato e incontri convenzionali non si sono più svolti o sono stati convocati con grande ritardo. L’8 marzo in Regione si era parlato di 79 assunzioni di cui 28 operai, di cui una parte a Trieste e più volte erano state fornite rassicurazioni che per il 2022 e parte del 2023 l’impianto di Bagnoli della Rosandra avrebbe continuato a marciare regolarmente.
NON SARÀ UNA ATTESA LUNGA: in 15 giorni il giudice dovrebbe chiamare le parti e prendere una decisione. Intanto, mentre si attende un segnale dal Mise, rimane fisso il presidio davanti ai cancelli della fabbrica e i motori prodotti e pronti per essere trasferiti all’acquirente, la Daewoo, sono fermi nel canale navigabile in attesa di essere imbarcati per il trasporto in Corea. Ieri un incontro in Prefettura con una delegazione sudcoreana non ha raggiunto alcun accordo. I sindacati mirano a capitalizzare la solidarietà espressa dalla società, dunque il 22 agosto le categorie incontreranno Cgil, Cisl e Uil del Friuli per promuovere una manifestazione da organizzare all’inizio di settembre a Trieste contro i licenziamenti e un processo di deindustrializzazione che attraversa il territorio.
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