Europa

Walter Baier: «Le guerre avvantaggiano la destra»

Walter Baier: «Le guerre avvantaggiano la destra»Walter Baier

Verso le elezioni Intervista al presidente di Sinistra Europea: «Si possono assumere posizioni diverse sui singoli conflitti, ma una cosa resta vera: la normalizzazione della violenza aiuta sempre e soprattutto il fascismo»

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 16 dicembre 2023

L’austriaco Walter Baier, presidente di Sinistra Europea, eletto un anno fa nel Congresso che mostrava sintesi ed obiettivi nello slogan «Pane, Pace e Rose» – a indicare l’inscindibilità delle lotte per la giustizia sociale, per fermare le guerre e le spese militari, per l’ecologia – sarà oggi a Trieste ospite del convegno L’avanzata dell’estrema destra nelle istituzioni in Europa organizzato da Rifondazione Comunista assieme a Sinistra Europea

L’ascesa delle destre estreme in Europa rischia di comprometterne non soltanto gli ambiti culturali e sociali ma anche l’assetto istituzionale. Le istituzioni democratiche hanno la forza di resistere e di opporsi a un’alleanza tra destra radicale e conservatorismo?

L’ascesa della destra radicale è espressione di una crisi politica del neoliberismo. Credo che le persone abbiano “decodificato” la narrativa neoliberista ma sono disilluse, non trovano un’alternativa politica. La lotta al neofascismo comporta sempre una componente morale e culturale, ma è importante espanderla nel campo degli interessi sociali ed economici. È lì che la destra può essere sconfitta. I neofascisti non sono ancora la forza trainante in Europa e la resilienza delle istituzioni democratiche dipende soprattutto dalla loro capacità di affrontare i pressanti problemi sociali delle persone: creare lavoro stabile e ben retribuito, alloggi a prezzi accessibili, pari diritti per le donne e fornire servizi pubblici accessibili.

Ancora “Pane, Pace e Rose” anche in vista delle elezioni europee? C’è una priorità da mettere in campo, ci sono alleanze possibili per evitare il pericolo di un arretramento della sinistra?

Sì, pane, pace e rose, cioè sicurezza sociale, diritti delle donne e pace: questi sono i fronti della lotta contro il neofascismo. Le guerre in Europa e nei suoi dintorni hanno spostato ancora una volta il discorso pubblico ed estremamente a destra. La guerra, la violenza e la sofferenza dei civili sono presentate dai politici e dai media come mezzi legittimi per raggiungere obiettivi geostrategici e politici. Si possono assumere posizioni diverse sui singoli conflitti, ma una cosa resta vera: la normalizzazione della violenza aiuta sempre e soprattutto il fascismo. Quando formo alleanze, non penso principalmente alle elezioni e alla massimizzazione dei voti. Dobbiamo creare un blocco sociale che difenda a lungo termine gli interessi sociali dei salariati e quindi sbarri la strada al neofascismo. La formazione di alleanze è la scuola superiore della politica, perché non si tratta solo di formulare gli slogan giusti, ma anche di tenere conto delle opinioni e degli interessi dei partner. Per fare questo dobbiamo essere agili, generosi e pensare a lungo termine.

In una intervista a «Vita Nova» ha detto che la sinistra non ha una visione globale del mondo e una strategia per cambiarlo. Quanto pesa questo sull’attrattività della sinistra e la sua tenuta istituzionale?

Le encicliche papali come Laudato Si’ e Fratelli Tutti affrontano le crisi ecologiche e sociali del mondo di oggi dal punto di vista dei poveri. Questo avvicina la Chiesa al nostro pensiero. Si caratterizzano soprattutto per il loro carattere globale, che integra i diversi aspetti, perché la Chiesa è un movimento globale per la sua diversità. Le piattaforme della sinistra sono più specifiche nella loro critica al capitalismo. Tuttavia, mancano del carattere globale e integrativo che aiuta a collocare eventi e sviluppi nel contesto più ampio dello sviluppo mondiale. Ciò ostacola la sinistra nella sua iniziativa internazionale e la rende anche fragile perché le sue componenti tendono a enfatizzare punti di vista diversi quando si verificano sviluppi drammatici e giungono a conclusioni diverse. Il risultato è una frammentazione su scala nazionale e internazionale. La cosa più importante per combattere la frammentazione della sinistra è aumentare la cooperazione e il dialogo. Ci stiamo lavorando. Il Partito della Sinistra Europea e il suo istituto di ricerca associato si stanno trasformando e l’Europa offre spazi per questo.

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