«Erano nascosti lì, in quell’albergo, quelli che poi lo hanno ucciso. Da lì controllavano tutte le nostre mosse e vedevano i movimenti di Wael. L’abbiamo saputo dopo dagli atti del processo». Dal balcone della casa Janet indica due piani rialzati, assolutamente in violazione della legge urbanistica, dell’hotel Atlante proprio davanti alla sua piccola ma straordinaria casa dietro Castel Sant’Angelo. La mostruosità limita appena la vista del Cupolone; ma svetta a destra l’osservatorio di Monte Mario. È la luce di Roma che rende giustizia e attualità alla storia del palestinese Wael Zuaiter, prima ancora delle parole della donna, piccola, minuta, ormai...