Voto, rimandata la sentenza contro Trump a New York
Stati uniti Condanna sospesa nel processo di Manhattan
Stati uniti Condanna sospesa nel processo di Manhattan
Juan Merchan, giudice del caso contro Donald Trump a Manhattan per la falsificazione di libri contabili, ieri avrebbe dovuto emanare la sentenza relativa alla condanna del futuro presidente sui 34 capi d’imputazione del processo, decisa dalla giuria lo scorso maggio. La sentenza era già stata rimandata in seguito alla decisione della Corte suprema in Trump v. United States, per la quale i giudici a maggioranza reazionaria avevano inventato una «immunità presidenziale» quasi onnicomprensiva.
Ora, Merchan rimanda ancora (al 19 novembre), con la richiesta al procuratore distrettuale Alvin Bragg di dettagliare le intenzioni della procura rispetto al fatto che Trump (che rischiava anni di prigione) è stato eletto presidente. «È ormai abbondantemente chiaro – recita un comunicato del portavoce di Trump Steven Cheung – che gli americani desiderano la fine immediata dell’uso del nostro sistema giudiziario come se fosse un’arma». Annotazione tristemente ironica, se si pensa alla vendetta che la squadra Trump comincia a preparare contro il procuratore speciale del dipartimento di Giustizia Jack Smith, reo di aver incriminato Trump per il tentato golpe e il furto di documenti top secret.
A differenza dei casi di Smith, quello di Manhattan e della Georgia (per il tentativo di ribaltare il risultato elettorale) non sarebbero vincolati ai limiti imposti dalla Costituzione sulla persecuzione di un presidente in carica. Tuttavia, è probabile che a almeno New York, dove la condanna è già stata emanata, il giudice rinunci a una sentenza contro il presidente eletto.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento