Internazionale

Trump senza freni, non firma il codice etico presidenziale

Donald Trump durante un comizio della campagna elettorale per le presidenziali americane al confine meridionale con il Messico, a Sierra Vista, in Arizona (Evan Vucci/Ap)Donald Trump durante un comizio al confine meridionale con il Messico, a Sierra Vista, in Arizona – Evan Vucci /Ap

Potere assoluto Senza impegno scritto, l’amministrazione uscente per legge non può condividere informazioni sensibili con quella entrante. Alexandria Ocasio-Cortez sul suo canale Instagram sollecita la base a riorganizzarsi e chiede ai democratici che hanno votato per Trump di aiutarla a capire

Pubblicato un giorno faEdizione del 12 novembre 2024

L’amministrazione Trump inizia a prendere forma. Dopo Susan Wiles come capo staff, e Tom Homan, ex direttore ad interim della U.S. Immigration and Customs Enforcement come «zar dei confini», Donald Trump ha nominato la 40enne deputata dello Stato di New York Elise Stefanik come futura ambasciatrice americana alla Nazioni Unite, nonostante abbia un’esperienza minima in politica estera e sicurezza nazionale.

A INIZIO CARRIERA Stefanik si era presentata agli elettori come una conservatrice vecchio stampo, ma durante il primo processo di impeachment contro Trump, nel 2019, ha cambiato idea ed è emersa come uno dei suoi più ardenti difensori. Da allora il suo sostegno al tycoon non ha mai vacillato.

Ha fatto parte del Comitato per le forze armate della Camera e del Comitato ristretto permanente della Camera sull’intelligence, e dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, è diventata uno dei sostenitori più espliciti di Israele al Congresso, finendo al centro dell’attenzione nazionale quando, mentre guidava le udienze sulla gestione delle proteste nei campus universitari, ha chiesto la linea durissima con gli studenti.

DALLA GIRANDOLA DI NOMINE Trump ha escluso che ci saranno incarichi per Mike Pompeo e Nikki Haley, che durante il primo mandato avevano ricoperto posizioni di vertice in politica estera. Considerando la capacità di Trump di portare rancore, non è una grande sorpresa: Haley l’aveva sfidato alle primarie del partito, e anche se alla fine gli ha dato il suo endorsement, non è di certo tra i suoi fedelissimi. A Pompeo, per essere escluso, è bastato aver valutato l’idea di candidarsi nel 2024, e aver fatto alcuni modesti passi per prendere le distanze da Trump nel 2023. Ha poi cercato di tornare nelle grazie del suo ex capo ma senza fortuna.

Che Trump voglia tutto il potere possibile senza incontrare scomode opposizioni interne emerge chiaro anche da altri elementi. Domenica ha chiesto pubblicamente, scrivendolo su Truth Social, che chiunque si candidi per diventare il prossimo leader della maggioranza Gop al Senato si impegni ad accettare di lasciargli fissare delle nomine, cosa che ai presidenti non è permessa da quando una sentenza della Corte Suprema nel 2014 ne ha limitato i poteri.

IL 13 NOVEMBRE i repubblicani della Camera Alta eleggeranno il nuovo leader della maggioranza, e tutti e tre i candidati Gop a speaker hanno subito detto di essere disposti a riconsiderare la pratica e a seguire il volere di Trump.

L’unico ostacolo per Trump sembra essere Trump stesso: il tycoon non ha ancora firmato l’impegno etico richiesto dalla legge a evitare conflitti di interesse durante il suo mandato, sollevando preoccupazioni sul fatto che questo rifiuto possa ostacolare una transizione fluida al potere. Secondo il Presidential Transition Act il team di transizione di Trump era tenuto a presentare il piano etico entro il 1° ottobre, ma da quando The Donald ha creato il suo team di transizione, ad agosto, si è rifiutato di partecipare al normale processo di passaggio di consegne, che in genere inizia mesi prima delle elezioni. Questa riluttanza ha impedito al suo team di avere l’accesso anticipato ai briefing sulla sicurezza che inizia prima dell’insediamento.

Il documento che Trump si rifiuta di firmare delinea le condizioni in base a cui l’amministrazione uscente può condividere informazioni sensibili con il team del presidente entrante. Finché non lo farà l’amministrazione Biden è legalmente impedita a fornirle le autorizzazioni a condividere informazioni riservate di intelligence e di difesa nazionale, e non può dare ai dipendenti della transizione l’accesso fisico alle 438 agenzie federali che presto controlleranno, né consentire loro di esaminare i documenti.

Alexandria Ocasio-Cortez foto Ap
Alexandria Ocasio-Cortez foto Ap

TUTTI QUESTI ELEMENTI molto poco promettenti per la democrazia americana continuano a tenere alto il livello di attenzione di Alexandria Ocasio-Cortez che sul suo canale Instagram, dopo la diretta di 52 minuti in cui ha sollecitato la base democratica a riorganizzarsi e prepararsi per mesi molto duri, ha chiesto a chi ha votato dem su base locale e per Trump come presidente, di aiutarla a capire, spiegando le loro motivazioni.

Le risposte che la deputata ha ricevuto e postato sul suo canale Instagram sono sorprendenti: la maggioranza ha risposto di riconoscere solo in lei, Bernie Sanders e Trump, dei politici dalla parte del popolo.

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