La cosiddetta Ley Bases è uno dei pilastri del progetto politico di Milei. L’articolo 1, che dichiara l’emergenza pubblica per un anno in materia amministrativa, economica, finanziaria ed energetica, permette all’Esecutivo di arrogarsi poteri speciali in questi settori. Il governo potrà in particolare prendere il controllo della maggior parte degli enti autarchici dello stato per poterli smantellare, e avviare la privatizzazione di otto aziende pubbliche, tra cui l’intero sistema ferroviario e la gestione della rete idrica nazionale.

L’estrema destra argentina ha dovuto ricorrere ai metodi della tanto odiata “casta” per ottenere il primo successo in parlamento dall’insediamento di Milei a dicembre: in cambio del voto, molti senatori hanno ottenuto la riapertura di cantieri, la distribuzione di fondi a determinate province, e persino nomine inattese. La senatrice Lucila Crexel, ad esempio, sarà presto nominata Ambasciatrice presso l’Unesco, in cambio del suo sostegno nel voto di mercoledì.

A Buenos Aires, nella piazza adiacente il Congresso, la polizia in assetto antisommossa ha messo in atto una durissima repressione contro le migliaia di manifestanti riunitisi per protestare contro la Ley Bases. Piccoli gruppi a volto coperto hanno incendiato auto e lanciato molotov contro gli agenti. A 48 ore dai fatti, 39 persone, per lo più giovani studenti universitari, sono ancora in stato di fermo. Il pm ha chiesto che siano giudicati per terrorismo, in linea con la linea espressa dal governo.