Milei sogna di avere «relazioni carnali» anche con l’Italia di Meloni
Argentina Non solo Usa e Israele nella Lega delle nazioni proposta dal presidente argentino. Sfida ai «burocrati» dell’Onu. E via da Baku: il clima che cambia «menzogna socialista»
Argentina Non solo Usa e Israele nella Lega delle nazioni proposta dal presidente argentino. Sfida ai «burocrati» dell’Onu. E via da Baku: il clima che cambia «menzogna socialista»
Esaltato dalla vittoria dell’amato Trump, Milei non risparmierà sforzi per ripristinare quelle «relazioni carnali» con gli Stati uniti di cui andava tanto fiero il suo altrettanto caro Carlos Menem. E le premesse ci sono tutte, considerando l’euforia mostrata dal presidente argentino alla festa di gala organizzata da Trump nella sua residenza di Mar-a-Lago, a Palm Beach, per festeggiare la sua elezione alla Casa Bianca.
EMOZIONATISSIMO, Milei, che già si era vantato di essere «il presidente favorito» del leader tycoon, si è congratulato con lui per aver sfidato, nella «più grande rimonta politica della storia», l’intero establishment, «mettendo a rischio anche la propria vita». Oggi, ha dichiarato in tono adorante il presidente argentino, «il mondo è di gran lunga migliore perché soffiano venti di libertà molto più forti. Un vero miracolo e una prova certa che le forze del cielo sono dalla nostra parte». E il suo idolo lo ha ripagato in maniera adeguata: «Javier, voglio congratularmi con te per il lavoro fatto, per aver reso l’Argentina di nuovo grande. È incredibile come stai risolvendo tutto, è un onore averti qui».
NELLA VERSIONE AGGIORNATA di Milei, tuttavia, le relazioni carnali non resteranno limitate agli Usa. La proposta del presidente argentino, uno dei relatori principali della Conferenza di Azione politica conservatrice (Cpac) che si concluderà oggi a Mar-a-Lago, è infatti quella di dare vita a una Lega delle nazioni, ispirata a quella creata nel 1919, di cui dovrebbero far parte, oltre a Stati uniti e Argentina, anche Israele, da sempre indicato come un alleato prioritario, e l’Italia di Giorgia Meloni, con cui Milei intrattiene com’è noto ottimi rapporti.
E a lei è probabile che Milei rivolgerà l’invito di persona, quando la presidente del Consiglio lo incontrerà a Buenos Aires il 20 novembre, dopo la partecipazione di entrambi al G20 di Rio de Janeiro.
OBIETTIVO dell’organizzazione sarebbe quello di difendere in maniera incondizionata la proprietà privata e il libero mercato, di promuovere trattati di libero commercio e di cooperazione militare e di combattere il progressismo in tutte le sue forme, in particolare in relazione all’Agenda 2030 delle Nazioni unite per lo sviluppo sostenibile, già definita «un programma sovranazionale di stampo socialista che attenta alla sovranità degli Stati e violenta il diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà delle persone».
Nell’idea di Milei la Lega delle nazioni dovrebbe fare insomma da contraltare a quell’«istituzione sovranazionale di burocrati» che sono per lui le Nazioni unite, contro cui ha già scatenato una dura offensiva: l’Argentina, non a caso, è stato l’unico paese in sede Onu a votare contro una risoluzione a favore dei diritti dei popoli originari e, di nuovo, l’unico a esprimersi contro una risoluzione diretta a «intensificare gli sforzi per prevenire ed eliminare tutte le forme di violenza contro donne e bambine». Senza contare la decisione di Milei, per il quale l’emergenza climatica è «una menzogna socialista», di ritirare, di punto in bianco, la delegazione argentina dalla Cop 29 in Azerbaijan. Una decisione, ha commentato il leader ambientalista Óscar Soria, che «non ha precedenti nella storia diplomatica del paese, ponendosi in netta contraddizione con la politica di Buenos Aires di coinvolgersi in maniera produttiva nei negoziati internazionali».
IN ATTESA CHE IL SUO SOGNO della Lega delle nazioni diventi realtà, Milei mira intanto a firmare dopo l’insediamento di Trump – da cui spera di ottenere un aiuto nei negoziati con il Fmi – un trattato di libero commercio con gli Usa, il quale segnerebbe così la fine del Mercosur (il cui statuto non prevede che un paese adotti tali iniziative per conto proprio). E conta di riuscire a ottenere dall’amico Musk, oltre a complimenti e pacche sulle spalle, un bel po’ di investimenti a sostegno del suo programma economico.
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