L’Eurovision sarà retto da oltre 600 «volontari e volontarie» che seguiranno diversi ambiti delicati: dalla gestione dei flussi di persone e mezzi, a parti dell’ufficio stampa e dell’accoglienza, fino a dare informazioni sulle sedi dell’iniziativa ma anche su quelle turistiche. Ovvero sarà utilizzata forza lavoro gratuita sfruttando la passione dei giovani e la predisposizione creata dalla scuola tramite stage e alternanza scuola/lavoro o dalle dichiarazioni dei grandi chef. Milioni di euro girano attorno all’iniziativa che cade in una fase di difficoltosa ripartenza del settore.

LE ECONOMIE pubbliche e comunali che vengono drenate dal «piccolo grande evento» avrebbero potuto significare un virtuoso rilancio del settore e invece replicano le peggiori logiche di «economia politica della promessa» con lo sfruttamento di risorse pubbliche ed umane a vantaggio di privati. Proprio per questo Bauli in Piazza ha ricordato, con una lettera mandata a diversi soggetti istituzionali che le mansioni in essere non sono «compatibili con l’impiego di volontari; si tratta di mansioni che hanno a che fare con l’ordine pubblico e la sicurezza, l’accoglienza e i contatti con il pubblico le quali prevedono per legge una riserva a favore di soggetti autorizzati e qualificati. Non a caso i nostri soci e le loro aziende si sono tutti dovuti dotare di licenza ai sensi dell’art. 134 Tulps e sono specializzate nelle attività di intrattenimento e di spettacolo». Per di più con una mail inviata dall’organizzazione, e resa pubblica, a chi lavorerà gratuitamente nell’area «Vip Lounge» si esplicita che il buffet è solo per gli ospiti quindi per mangiare si dovrà uscire dall’area e consumare ciò che si è portato con se. Non si fa accenno al «buono pasto» che da appello sarebbe stato garantito.